Title: Le bocche inutili: dramma in tre atti
Author: Annie Vivanti
Release date: June 4, 2015 [eBook #49133]
Most recently updated: October 24, 2024
Language: Italian
Credits: Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara
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ANNIE VIVANTI
LE BOCCHE INUTILI
DRAMMA IN TRE ATTI
A. MONDADORI
MILANO
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati per tutti i Paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.
Per ottenere il diritto di rappresentazione teatrale,
riduzione cinematografica o traduzione,
ecc. di questo dramma, rivolgersi esclusivamente
alla
SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI
Milano, via Sant'Andrea, 9
Copyright 1918 by «Annie Vivanti Chartres».
Al tenente Giorgio Tognoni,
cieco di guerra.
Giorgio,
Vi ricordate come ebbe origine questo dramma?
Uscivamo dal Teatro alla Scala una sera piovosa del novembre scorso. Voi avevate parlato, esaltando la guerra, ad una folla delirante d'entusiasmo per l'Italia e per voi.
Con la mano sul mio braccio, sotto al grigio porticato, vi fermaste. Ancora intorno a noi crepitavano gli applausi.
«Annie Vivanti, volete scrivere un dramma per me?»
Io alzai gli occhi a guardarvi, a guardare il bel volto mobile ed espressivo, e le chiome ricciute, e il fiero portamento dell'alta ed agile persona — tutta la pittoresca bellezza dei vostri [10] ventiquattr'anni, alla quale i grandi occhiali neri aggiungono un fascino speciale e indefinito.
«Sì», dissi subito.
E così nacque nella mia mente la figura di «Giorgio» in questo dramma di guerra.
«Giorgio» siete voi. Le sue parole sono parole che da voi ho udito; l'anima di Giorgio è la sublime anima che è in voi.
* * *
Era inteso che voi stesso avreste interpretato la parte del giovane ufficiale che ritorna dalle trincee con gli occhi per sempre chiusi.[1]
1. Nella prima versione del lavoro, scritta con questo intendimento, Giorgio non entrava in scena che al terzo atto.
Dalle vostre labbra dovevano giungere — con la forza suprema di una sacra e tragica verità — le parole di fede al cuore degli ascoltatori.
Quando la madre dice al figlio: «Fammi vedere i tuoi occhi!...» erano i vostri occhi, [11] con la loro divina cicatrice, che dovevano essere svelati. Quand'egli, tentando di calmare la materna angoscia, dice: «Mamma! Chiudi anche tu gli occhi! Scendi nel buio con me...» e il teatro si oscura completamente — quel crepuscolo che calava sui nostri spiriti doveva essere un lembo della grande ombra che per sempre vi ravvolge...
Ma al momento della rappresentazione sorsero, come voi sapete, degli inattesi ostacoli. Gli amici discussero... sconsigliarono... dissuasero... E per timore che qualcuno potesse dire che si era voluto «sfruttare la sventura» il dramma — da voi ispirato e per voi scritto — fu dato senza di voi.
A me parve che ne fosse tolto così l'elemento più alto di commozione, l'essenza stessa della poesia da me sognata.
················
Ma ancora non mi so spiegare l'indescrivibile tumulto che il dramma suscitò alla sua prima rappresentazione. Certo, nella mente di una parte del pubblico vi fu un equivoco causato dal titolo. Ad alcuni — che ignoravano [12] il significato militare dell'espressione «le bocche inutili» — il titolo parve gaio; e il teatro si affollò di gente che, per distrarsi dalle tristezze della guerra, voleva vedere una commedia allegra.
Credevano nelle «bocche inutili» di trovare le bocche che ridono, le bocche che baciano, le bocche che pronunciano delle soavi arguzie o delle parole d'amore... E rimasero stupiti e disorientati quando si trovarono davanti alle tragiche bocche di vegliardi, di donne e di bambini che la guerra apre agli urli e alla fame.
La fame — primitivo e mostruoso supplizio! — doveva avere anch'essa una parte di protagonista in questo dramma.
Ma da poi che l'ebbi veduta da vicino in tutta la sua ferocia e terribilità, ho compreso ch'essa mal si prestava ad infingimenti teatrali.
Sì; l'ho veduta da vicino, Giorgio. L'ho veduta qui, negli ospedali della Riviera, al capezzale dei prigionieri che l'Austria, quasi un atroce scherno, ci rinvia moribondi dai suoi campi di concentramento.
[13]
Sui corpi di quei martiri la fame è passata come una belva viva scannando e sbranando; pare che i lupi abbiano strappato da quei volti la carne, non lasciando al posto delle guance che due incavi nerastri; pare che dei vampiri si siano acquattati su quei petti concavi, a suggere fin l'ultima goccia di sangue di tra le anelanti costole; pare che qualche visione demoniaca sia passata davanti a quegli occhi che si aprono spauriti e smisurati... occhi in cui di vivo non vi è più che la morte.
Quando uscii da quel luogo di sventura, mi sono detta che la fame non si doveva nè si poteva rappresentare sulle scene. E col cuore rovente d'odio e d'amore — d'amore per quei martiri, umili e sublimi; d'odio per coloro che freddamente, deliberatamente, tale tortura avevano potuto infliggere — mi parve che non avevo mai amato abbastanza; e che non avevo mai abbastanza odiato!
... Era una chiara notte invernale. Sopra al mio capo brillavano le stelle, calme, gelide, eterne.
E pareva che dicessero:
[14]
«Noi non conosciamo l'odio; non conosciamo l'amore. Perciò siamo immortali».
················
Il nostro primo incontro — lo ricordate, Giorgio? — fu ad un ricevimento dato a Roma per me, dove voi eravate invitato a recitare alcuni celebri versi carducciani.
Io non vi conoscevo ancora; ma d'un tratto vi vidi, alto e snello nella vostra uniforme, avviarvi al braccio d'un altro ufficiale verso il centro della sala. Vi chinaste verso l'amico, e vi udii dirgli sommesso:
«Mettimi dove io possa, recitando, guardare Annie!»
«Guardare Annie!» Quelle parole sulle vostre labbra mi fecero trasecolare. E mentre voi ritto, col viso pallido rivolto a me, dicevate i cari versi del grande Poeta ed Amico, dal fondo del mio cuore saliva come un controcanto la poesia che tale visione m'ispirava.
E quella sera scrissi per voi i brevi versi che qui trascrivo.
[15]
LUCE
Cotanta luce io non la vidi mai
Come all'istante in cui tu mi guardasti!
Ai miei occhi abbagliati tu sembrasti
Circonfuso di rai.
La luce che perdesti ti circonda,
Luce di gioventù — luce di gloria!
Cotanta luce io non la vidi mai.
I tuoi due occhi sono torcie accese.
Dove li volgi è un subito e potente
Avvampare di fuoco e di virtù.
Nessuno sguardo mai fu sì profondo
Nessuno sguardo mai fu sì possente,
Come lo sguardo tuo che non è più.
I tuoi due occhi sono torcie accese.
O tu, che hai dato la tua luce a noi,
Volgi, volgi sui tristi e sui codardi
La sacra ténebra degli occhi tuoi,
E tutti i vili diverranno eroi
Se tu li guardi!...
O tu che hai dato la tua luce a noi.
[16]
* * *
Da quel giorno in poi ci siamo sempre ritrovati. Dalla Villa Aldobrandini, voi, con due vostri gloriosi compagni, vi facevate accompagnare a notte tarda sotto le mie finestre, e nella quiete delle chiare notti romane, udivo risonare d'un tratto le vostre giovani voci chiamandomi per nome.
Talvolta l'ora era tardissima — a voi che importava dell'ora? — ed io mi destavo di soprassalto e m'affacciavo:
«Ma come mai siete qui? Sono le due del mattino!»
«Scendete! Vogliamo andare a passeggio», comandavate voi. — «Alla Trinità dei Monti», diceva il tenente Cotta Ramosino, alzando nella bianca luce lunare il classico viso.
«Od anche a Monte Mario», soggiungeva il capitano Fogliero, con la sua bella risata di fanciullo.
Io mi vestivo alla meglio, scendevo rapida — e via, a braccetto, tutti in fila, per le notturne vie della meravigliosa città.
Oh belle notti in cui a me era concesso guidare i vostri passi, dirvi gli splendori di Roma [17] dormente nella diffusa chiarità lunare, essere per un'ora, con umiltà orgogliosa, la luce degli occhi vostri!
* * *
Fin d'allora però ho avuto la strana sensazione che quando uno di voi mi prendeva il braccio era piuttosto per guidarmi che per essere da me guidato.
Ogni qualvolta voi, Giorgio, posate sul mio braccio la vostra mano tranquilla e leggera, mi sembra che la rumorosa vita quotidiana dilegui e svanisca d'intorno a me, e ch'io scenda con voi in un mondo nuovo e profondo, dove una immensa pace, un'oscura calma mi sommerge. Sull'anima ferita, sugli occhi abbagliati dalle villane luci giornaliere, cala la morbida frescura delle tenebre, passa il silenzio come il vento di un'ala nera.
La vita diviene un'armonia in tono minore.
················
E in quel mondo di sogno in cui m'aggiro con voi, non s'incontra più nessuno che sia affrettato, o scortese, o indifferente.
[18]
Ogni sguardo rivolto a noi è luminosamente annebbiato di dolcezza: ogni voce si fa piana e commossa, ogni passo si arresta o si ritrae per darci il passaggio, ogni sguardo oscilla in una lagrima o brilla in un sorriso.
Certo io non ho mai veduto effulgere così la bellezza e la bontà umana come quando voi siete accanto a me, con la mano lieve e ferma sul mio braccio, col bel volto sereno un poco alzato verso il cielo.
* * *
Così, nella vita, come in questo mio breve dramma siete voi, voi e i vostri compagni, gli apportatori di luce.
Da voi giunge alle nostre anime — brancolanti nel buio alla ricerca della verità, smarrite nel labirinto dei nuovi oscuri dilemmi creati dalla guerra — il monito e l'esempio, il verdetto sereno e inappellabile su ciò che oggi è il nostro supremo dovere.
«Ah, figlio mio!» grida la madre dal profondo del suo strazio, «tu che con quei chiusi occhi vedi forse più chiaro di noi — dillo, [19] dillo, se il primo dovere d'un uomo non è verso le sue creature, verso le sue donne, verso i suoi figli, sangue del suo sangue?...»
E il figlio risponde — fiero, forte, sicuro; risponde come rispondeste voi al nemico, in quell'alba sul Monte Sabotino, quando i vostri grandi occhi italiani erano ancora aperti:
«No!»
Annie Vivanti
Nervi, 1918.
[21]
«Je créai six commissaires pour faire la description des bouches inutiles, et après bailler ce rôle à un chevalier de Saint-Jean de Malte, accompagné de 25 ou 30 soldats, pour les mettre dehors.... Ce sont les lois de la guerre: il faut être cruel bien souvent pour venir à bout de son ennemi....»
MONTLUC, «Siège de Senne»
«Starvation is one of the weapons of a besieger — as history has proved, one of the most powerful....»
OLE LUK-OIE, «The Green Curve»
[23]
Il primo e il secondo atto si svolgono nel palazzo del Comandante De Bels, in un lontano possedimento inglese.
Il terzo atto ha luogo nella villa del Comandante, nella contea di Kent, in Inghilterra.
[25]
[26]
Grande sala a pian terreno nel palazzo del Comandante Harry De Bels.
Carte geografiche attaccate alla parete. Mobilio semplice e severo.
Sul davanti della scena, a destra, un tavolo, un piccolo divano e qualche poltroncina. Accanto alla parete destra un armadietto vetrato.
A destra, in secondo piano, breve scalinata che conduce agli appartamenti di Lady Mary.
A sinistra, primo piano, un caminetto. In secondo piano, una porta. Sul davanti della scena, pure a sinistra, una grande tavola ingombra di carte.
Nel fondo, verso la sinistra l'ingresso: una doppia porta vetrata che s'apre su una veranda. Da questa si vede, nello sfondo, una strada di campagna. Paesaggio estivo, esotico e triste; senza case.
Sulla soglia della veranda, Giorgio in khaki, si congeda da sua madre, Lady Mary, e da sua sorella, Lillia. I tre si parlano a bassa voce, con affettuosa commozione. Giorgio tiene le spalle rivolte al pubblico.
[27]
ATTO PRIMO
IL COMANDANTE
entrando dalla sinistra
Su, Giorgio, in carrozza!
LADY MARY
a Giorgio
Vengo con te.
GIORGIO
Ma, cara mamma, al Presidio non puoi venire.
Rivolto al Comandante
È vero, papà?
IL COMANDANTE
No, no! Ti accompagno io.
[28]
LADY MARY
a Giorgio, con impeto affettuoso
Vengo con te fino al cancello.
Lady Mary e Giorgio escono.
IL COMANDANTE
a Lillia che vorrebbe seguirli
Sta qui, Lillia. Lascialo solo un istante con sua madre.
LILLIA
Papà, quanto tempo starete al Presidio?
IL COMANDANTE
Poco. Tra mezz'ora saremo di ritorno.
LILLIA
piangendo
E poi ci lascierai andare alla stazione con Giorgio?
IL COMANDANTE
Ho già detto di no. Piangete troppo. Date un cattivo esempio alle donne della città. «Ma [29] come?» diranno, «ecco la moglie e la figlia del Comandante che piangono perchè il figliolo va a fare il suo dovere! E a noi predicano il patriottismo». — Vergogna!
LILLIA
singhiozzando disperata
Ma io non piangerò!
IL COMANDANTE
con voce commossa
È difficile.... non piangere.
LILLIA
subitamente, con tenerezza, abbracciandolo
Oh, povero papà! So quanto soffri anche tu.
IL COMANDANTE
Soffrirei di più se Giorgio non avesse chiesto di partire. Del resto, le nostre piccole sofferenze personali non contano; hai capito?
LILLIA
Sì.
[30]
IL COMANDANTE
E tu, cerca di essere di conforto alla mamma.
LILLIA
asciugandosi gli occhi
Sì... sì... me l'ha detto anche Giorgio.
IL COMANDANTE
E senti, Lillia. Tu ormai non sei più una bambina, è vero? — Ebbene,
con gravità
cerca di persuadere la mamma a partire.
LILLIA
A partire!
IL COMANDANTE
Sì. A tornare in Inghilterra con te. Potreste partire con le cugine il mese prossimo. Di'; non ti piacerebbe fare il viaggio con la tua piccola amica Anna?...
LILLIA
Ma lasciarti qui, papà? Lasciarti qui solo?
[31]
IL COMANDANTE
Sarete più vicine a Giorgio.
LILLIA
Oh, la mamma non vorrà! Non vorrà certo! E anch'io non voglio lasciarti.
IL COMANDANTE
a voce bassa e rapida
Figliola mia... Se io insisto, è perchè è necessario. Prometti che cercherai di persuadere la mamma. Eccola! ed ora, su, sorridi!
le alza il mento
Su dunque!
Alla mamma che entra
Anche tu, Mary, non piangere. Saremo presto di ritorno.
LADY MARY
amaramente
Sì. Ma per ripartire quasi subito! Non potresti andar tu solo al Presidio e lasciar Giorgio con noi?
[32]
IL COMANDANTE
Sai pure che occorre la sua presenza e la sua firma sulle carte.
LADY MARY
È doloroso sacrificare a quelle formalità gli ultimi preziosi momenti...
IL COMANDANTE
Lo comprendo. Ma non c'è rimedio. E certo, cara, non vorrai rattristare Giorgio con delle inutili lamentele?
LADY MARY
No! no!
IL COMANDANTE
Brava. Lo sapevo.
Con rapido gesto di saluto, esce.
LADY MARY
accasciandosi piangente
Giorgio mio!
[33]
LILLIA
infantile e imbronciata
Poteva fare il soldato qui, accanto a papà, senza intraprendere quell'orribile viaggio, così lontano, per tornare a casa.
LADY MARY
Tuo padre non vuol chiedere favori. Suo figlio deve presentarsi in patria come tutti gli altri. Poi andrà dove sarà destinato.
LILLIA
ricordando l'ammonimento paterno
Ah! a proposito —
affettuosa, seduta accanto alla madre, posandole il capo sulla spalla
e se tornassimo a casa anche noi? Non ne hai abbastanza, mamma, di due anni in questo paese, così brutto... mezzo selvaggio?
LADY MARY
Lasciar qui solo tuo padre? Ah, no!
[34]
LILLIA
Ma... so che anche papà lo desidera.
LADY MARY
recisamente
Tuo padre ha bisogno di me; ha bisogno di affetto e di cure. Ora poi, con la guerra... con la minaccia sempre più grave ed incalzante, certo non penserei a lasciarlo. — Tuttavia, poichè ne parli, Lillia mia, ti dirò che ho intenzione di pregare le cugine Farrell di condurti a Londra con loro.
LILLIA
Tu vuoi mandarmi via? Via da te e dal babbo! Mamma, mamma! Non farlo! Non farlo!
LADY MARY
Vogliamo saperti al sicuro, angelo mio!
LILLIA
No! no! Non m'importa d'essere al sicuro! Voglio essere con te e col babbo. Giura, giura che non mi mandi via. Ma cosa fareste [35] voi due, infelici! senza di me? E senza Giorgio?
LADY MARY
con nuove lagrime
Ah, Giorgio! Giorgio mio...
LILLIA
guardandosi attorno
Mi pare di non poter vivere senza di lui! Detesto tutto... detesterò sempre tutto...
LADY MARY
abbracciandola
Cara!... alla tua età, si dimentica presto.
LILLIA
sdegnata
Dimenticare? Come puoi dir questo? Credi — che dimenticherò mio fratello?!
LADY MARY
No. Ma dimenticherai di soffrire.
La bacia in fronte.
[36]
Entra la signora Daisy Farrell, seguita da sua figlia Anna.
Questa sembra svogliata e triste. Tiene in mano, dondolandolo pei nastri, il suo cappello da giardino.
DAISY FARRELL
Mary! Ti disturbo?
LADY MARY
No, no, cara cugina. Al contrario.
La saluta.
Anche Lillia le saluta entrambe affettuosamente.
E tu, Anna, come stai?
DAISY FARRELL
Anna oggi è di cattivo umore. Non so che cos'abbia.
LADY MARY
carezzando il viso della fanciulla.
È vero?
Anna china il capo.
[37]
DAISY FARRELL
Non potevo lasciar partire il tuo figliolo senza venirlo ad abbracciare. Più che la parentela mi lega a voi l'affetto, e mi sembra che il tuo Giorgio sia un poco anche figlio mio.
LADY MARY
Cara Daisy!
DAISY FARRELL
E dov'è?
LADY MARY
È andato con suo padre al Presidio. Le carte pel suo viaggio non sono arrivate che all'ultimo momento.
Sospira.
E pensare che tra un'ora parte!...
DAISY FARRELL
confortandola
Coraggio, Mary! Amica mia!...
[38]
LILLIA
ad Anna
Ma Anna! Cos'hai? Fai un broncio... hai gli occhi rossi.
Anna scuote le spalle; non vuol far vedere che piange.
D'improvviso si volge ed esce rapida in giardino.
LILLIA
la segue.
Anna!...
DAISY FARRELL
a Lady Mary, sedendole vicino.
Mary! Come mai non ti sei decisa a partire anche tu?
LADY MARY
con un sorriso triste
Mia cara, le mamme non possono accompagnare i loro figlioli quando vanno soldati.
con amarezza, quasi parlando a se stessa
[39]
Lui, piuttosto, poteva aspettare che lo chiamassero...
DAISY FARRELL
Oh!
con rimprovero
È la moglie del Comandante De Bels che parla così?
LADY MARY
a testa bassa
No. È la madre... di un unico figlio adorato.
DAISY FARRELL
Che pur parlando così... non è sincera.
LADY MARY
Ah, Daisy! non lo so. Com'è difficile essere veramente sincere quando si ha il cuore straziato. Se mio figlio non fosse qual'è, capace di ogni slancio generoso, io ne soffrirei. Ma come posso dire di non soffrire quando per sua volontà mi abbandona?... L'eroismo, vedi, è una virtù maschia. A noi [40] donne non si dovrebbe domandare che la femminea e mite virtù della rassegnazione.
DAISY FARRELL
Ah no, Mary!
LADY MARY
Io invidio, invidio e ammiro la donna forte, l'amazzone che dice al suo figliolo: «Va!» Ma io non sono che un'anima debole, lo confesso; io non saprò che piangere e invocare il ritorno del mio diletto.
DAISY FARRELL
affettuosa
Povera Mary, ti comprendo.
Una pausa.
Ma ciò che non comprendo è che, malgrado le tue timidezze, tu non ti decida a tornare in patria; non già per accompagnare Giorgio, ma per mettere in salvo Lillia — e te stessa.
Un brevissimo silenzio.
Noi, lo sai, partiamo ai primi del mese prossimo. Vuoi che facciamo il viaggio insieme?
[41]
LADY MARY
Io non posso nè voglio lasciare mio marito. Il mio posto è accanto a lui, soprattutto nell'ora del pericolo.
DAISY FARRELL
Capisco. Ma non pensi a Lillia? E se le cose si aggravano? Se poi non poteste più partire? Considera... anche per il Comandante, che grave pensiero! Egli che ha già tante responsabilità...
LADY MARY
interrompendo
È mio dovere e mio diritto restare con lui. Ma giacchè ne parli ti chiederò un favore. Vuoi condurre a casa Lillia, con te?
DAISY FARRELL
Ma figurati! Con tutto il piacere.
LADY MARY
Poichè le nostre ville, nel Kent, sono attigue, [42] Lillia potrebbe stare in casa nostra con la fedele Edith; e tu ed Anna andreste a vederla tutti i giorni...
DAISY FARRELL
Ma no! Lillia starà con noi. Sarà una gioia di averla, quella cara creatura.
LADY MARY
Grazie. Mi togli un grande peso dal cuore. Ora la difficoltà sarà di persuadere Lillia a lasciarci; essa adora suo padre, e l'idea di allontanarsi da lui e da me, le sembrerà terribile.
LILLIA
sulla veranda
Mamma! C'è il tenente Fletcher che cerca di papà.
Entra il tenente Fletcher.
IL TENENTE FLETCHER
Perdoni, Milady. Ho un messaggio per il Comandante.
[43]
LADY MARY
In questo momento non c'è. Si tratta di cosa urgente?
IL TENENTE FLETCHER
Non urgentissima, Milady.
LADY MARY
Se crede di dire a me?
IL TENENTE FLETCHER
Vengo da parte del capitano Loussy —
LILLIA
interrompendo vivamente
Ah! Il capitano Loussy è tornato?
IL TENENTE FLETCHER
Sì, signorina. È arrivato stamattina.
a Lady Mary
Mi ha detto d'informare il Comandante del suo ritorno; e di dire che è arrivato anche Sir Geoffrey Harding...
[44]
LADY MARY
Il fratello del ministro?
IL TENENTE FLETCHER
Sissignora. Saranno qui entrambi tra mezz'ora per vedere il Comandante.
LADY MARY
Lo dirò a mio marito appena entra. Non tarderà.
Il tenente Fletcher saluta ed esce.
LADY MARY
a Daisy Farrell
Se andassimo al loro incontro?
DAISY FARRELL
Sì, sì. Così saluteremo Giorgio per via.
Chiamando
Anna!... Andiamo, Anna!
LILLIA
Anna è qui fuori in giardino. La lasci un po' con me?
[45]
DAISY FARRELL
Se vuoi, cara. Tanto, dovrete poi farvi buona compagnia in viaggio...
LILLIA
spaventata
Che viaggio?
DAISY FARRELL
Tu verrai in Inghilterra con noi.
LILLIA
rivolgendosi con rimprovero a Lady Mary
Mamma! No! Non mandarmi via! Dillo, dillo che non mi manderai via da te.
Lady Mary la bacia teneramente in fronte; indi esce con Daisy Farrell.
LILLIA
rimane un istante pensierosa, poi va alla porta e chiama:
Anna! Vieni!
Esce sul terrazzo.
[46]
Ma vieni dunque.
Rientra traendo per mano la piangente Anna.
Insomma, si può sapere perchè piangi?
ANNA
Ma no che non piango.
LILLIA
Già, si vede. Mi dici che cos'è accaduto?
ANNA
stizzosa
Niente... Anche tu hai pianto.
LILLIA
Ma io piango perchè deve partire mio fratello.
Anna dà in un rinnovato scoppio di lagrime.
LILLIA
togliendole a forza le mani dagli occhi.
Oh, guarda un po'! Piangi anche tu... per [47] Giorgio?... Ma saresti forse innamorata di lui?... Oh! che cosa strana!
in tono severo
E perchè non glielo dici prima che parta?
ANNA
Non si può — non si posson dire certe cose a un giovinotto.
LILLIA
A Giorgio? Ma figùrati! Puoi dire quello che vuoi. Forse gli farebbe anche piacere.
ANNA
Credi?... Credi che gli farebbe piacere?
LILLIA
Sì, sì. Quelle cose fanno sempre piacere. Sai, quando avevamo quella servetta indigena — la Hildaine — l'hai vista anche tu, quell'orrore di ragazza! Aveva certe braccia grosse così!... Come due gigots di montone!...
ANNA
Sì, sì; me la ricordo.
[48]
LILLIA
Bene; un giorno papà ha detto:
«Giorgio! bada bene!... Mi pare che quella ragazza abbia una mezza cotta per te...» E Giorgio con le mani in tasca ha detto: «Poh! poh! poh!...» e aveva un'aria di grande soddisfazione.
ANNA
risentita
E cosa c'entra?
LILLIA
C'entra.... che certo gli farà piacere di sapere che anche tu l'ami.
ANNA
Tanto più che io non ho le braccia come dei gigots di montone.
Alza la manica e scopre il braccio.
Ti pare?
LILLIA
No no, anzi! Hai le braccia come... come la Venere di Milo!
[49]
ANNA
lusingata
Quanto sei cara!
L'abbraccia.
Veramente... mi pare che la Venere di Milo non ne abbia di braccia.
LILLIA
Fa lo stesso... Come un'altra Venere. Senti, Anna! Adesso quando torna Giorgio, vogliamo dirgli subito che l'ami?
ANNA
Per carità!
LILLIA
Allora, niente.
ANNA
dopo breve esitazione
Veramente a lui — non come uomo, ma come eroe — lo si potrebbe dire. Od anche scrivere! Sì! Forse è meglio scrivere. Io conosco [50] delle signorine che scrivono a tutti gli eroi delle lettere d'amore.
LILLIA
dubbiosa
Credi che Giorgio si possa già chiamare un eroe? Dopo tutto, non è ancora andato neppure alla stazione...
ANNA
commossa
Dimmi... Lillia... di me, quest'oggi, ha parlato?
LILLIA
incerta
Sì. Ha detto qualche cosa.
ANNA
Cosa? Cosa?
LILLIA
Mi ha detto: «Tu, Lillia, non sei più una bambina. Quando sarò partito pensa a consolare [51] la mamma e il papà — e non star a far l'oca tutto il giorno con Anna».
ANNA
mortificata
Oh Dio! Non ha detto altro?
LILLIA
No.
ANNA
Ebbene, senti, noi —
asciugandosi gli occhi
noi dobbiamo obbedirlo. Le sue parole sono sacre. Non facciamo più le oche.
LILLIA
E per non fare le oche, cosa si fa?
ANNA
in tono confidenziale prendendole il braccio
Ho letto in un bellissimo libro questa frase: «Per lui ella immolò il suo passato...» Immoliamo il nostro passato?
[52]
LILLIA
commossa
Sì! Sì! Immoliamolo!
ANNA
additando l'armadio vetrato su cui è poggiata una bambola
La prima cosa da immolare sono le bambole.
LILLIA
Le bambole!... ma io non le tocco più!
ANNA
Hai detto l'altro giorno che ne avevi cinque.
LILLIA
Le ho... le ho... ma non le guardo neppure.
ANNA
lirica
Ebbene, oggi devi dire addio alle tue bambole. Un addio eterno. Faremo un rogo in giardino.... le avvolgeremo in bianchi lini, e le consegneremo alle fiamme.
[53]
LILLIA
battendo le mani
Bene, bene, bene!
ANNA
Vado a prendere anche le mie.
LILLIA
Fa presto! È meglio farlo subito, prima che torni la mamma. Ho idea che... i roghi... potrebbero non piacerle.
ANNA
sulla porta
Sai. Per portarle in giardino metteremo in testa dei veli neri —
LILLIA
Sì, sì!
ANNA
Torno subito.
Esce rapida.
[54]
LILLIA
sola; apre l'armadio, ne toglie le bambole
Venite — Cécile! Margareta! Clelia! — Addio!...
Le mette allineate a sedere sul divano.
Si china a togliere dall'armadio anche un orsacchiotto e lo pone a sedere in mezzo alle bambole.
Addio, Teddy-bear!
Prende la bamboletta che è poggiata sull'armadio e la mette seduta su una poltroncina.
Addio, Giovanna!
Entra il capitano Loussy con una busta di dispacci.
CAPITANO LOUSSY
Si può entrare?
LILLIA
salutandolo
Oh, capitano Loussy! Ben ritornato!
[55]
CAPITANO LOUSSY
Grazie, signorina. Sono arrivato stamane...
LILLIA
Chi sa che viaggio?
CAPITANO LOUSSY
Così così.
LILLIA
Il mare! brrr...
rabbrividisce
E pensare che quella traversata la dovrà fare anche il nostro Giorgio...
CAPITANO LOUSSY
Già. So che suo fratello è di partenza.
Guardandosi intorno.
E il Comandante?
LILLIA
Papà è andato ad accompagnare Giorgio al Presidio; poi...
[56]
siede in un angolo del divano, e piange
andrà con lui alla stazione.
CAPITANO LOUSSY
Ebbene, tornerò più tardi.
Sta per uscire. Si ferma.
Non pianga, signorina. Via, non pianga così!
LILLIA
asciugandosi gli occhi
Crede lei che Giorgio sia un eroe?
CAPITANO LOUSSY
Se non lo è già — lo sarà certo. Non potrebbe essere altrimenti, poichè è figlio di suo padre.
LILLIA
Ah! Lei ama tanto il mio papà.
CAPITANO LOUSSY
sorridendo
L'amo e l'ammiro al di sopra d'ogni cosa. Sono superbo d'essere il suo umile e fedele aiutante di campo — e servitore.
[57]
LILLIA
Oh, mi piace sentirle dir questo! Segga! Segga!
Il capitano siede sulla poltroncina.
E chissà papà com'è felice di essere tanto amato da lei!
CAPITANO LOUSSY
sorridendo
Suo padre nè lo sa, nè gliene importa. Del resto, la felicità dell'amore sta tutta nel cuore di chi ama.
LILLIA
incrociando le mani in grembo, nell'atteggiamento di chi s'interessa.
Ah? Davvero? È così?
CAPITANO LOUSSY
Davvero. È così.
LILLIA
Si è più felici d'amare, che di essere amati?
[58]
CAPITANO LOUSSY
Senza dubbio.
LILLIA
pensierosa
Già. È vero;
guardandosi attorno
le mie bambole per esempio...
con uno strillo
Ah! Lei è seduto su Giovanna!!
CAPITANO LOUSSY
Misericordia!
Balza in piedi.
Lillia ritira Giovanna.
CAPITANO LOUSSY
Ho fatto qualche danno?
LILLIA
No. Niente. Giovanna ha sempre avuto la faccia un po' schiacciata...
Ravvia i capelli alla bambola.
[59]
CAPITANO LOUSSY
vicino a Lillia, contemplando Giovanna
Sono spiacentissimo...
LILLIA
È niente.
Bacia Giovanna.
CAPITANO LOUSSY
sorridendo
Permette che anch'io faccia... onorevole ammenda?
Lillia, dopo un istante d'esitazione, sorride, e gli tende la bambola da baciare.
Un piccolo silenzio.
LILLIA
alzando gli occhi a lui
Cosa si diceva?
CAPITANO LOUSSY
Si parlava d'amore.
[60]
LILLIA
Ah sì! Lei diceva... io dicevo...
CAPITANO LOUSSY
Che è più felice chi ama...
LILLIA
Già. Dicevo che le mie bambole, naturalmente, non mi amano affatto. Ma le amo io — e mi basta.
CAPITANO LOUSSY
amaramente, come chi ricorda un passato dolore
Sì. E le bambole hanno questo di buono che, se non amano lei, non amano però nessun altro.
LILLIA
Già.
CAPITANO LOUSSY
E poi... sono sue. Ne fa quel che le pare. Vero? Le castiga, le bacia, le porta a spasso... E poi, quando ne è stanca —
[61]
LILLIA
Le metto nell'armadio.
CAPITANO LOUSSY
ridendo
Brava! Ah, piccola Lillia, con le bambolette vive non si può far così.
LILLIA
ridendo
Oh — e perchè no?
CAPITANO LOUSSY
Le piacerebbe, se lei fosse, per esempio, una bambolina mia — ch'io la mettessi nell'armadio?
LILLIA
dopo breve riflessione
No. Veramente, no. Tanto più...
CAPITANO LOUSSY
Tanto più?
Le prende la mano
[62]
LILLIA
Tanto più che in quell'armadio ci sono i ragni.
CAPITANO LOUSSY
ridendo
Lei è una deliziosa personcina. Permette ch'io baci la mano... a Giovanna?
Lillia gli tende la mano della bambola, ch'egli bacia. Indi saluta ed esce.
LILLIA
sola, guardando Giovanna
Ti ha baciato la mano. A me nessuno ha mai baciato la mano.
Si guarda in giro contemplando le bambole. Sta un momento indecisa, poi, d'improvviso, va al caminetto e si guarda nello specchio. In quell'atto è come la trasformazione dalla bambina alla giovinetta.
ANNA
appare sulla porta con due bambole in braccio. Ha un velo nero in testa, ed è seguita da varî bambini sorridenti. [63] Tra gli altri Pierino — 6 anni — che porta una piccola pala.
Siamo qui. Se non ti rincresce ho invitato anche Rina e Clelia e Lola e Pierino... per la mesta cerimonia.
LILLIA
Che mesta cerimonia?
ANNA
Ma... il rogo... i funerali...
LILLIA
Oh, Anna!... Ma sono sciocchezze quelle! Sono proprio le bambinate che Giorgio ci ha detto di non fare.
ANNA
delusa
Ma come? Hai cambiato tutto!... E allora?
LILLIA
Allora — regaliamo le bambole a questi piccoli. Non ti par meglio?
Le mette il braccio intorno al collo.
[64]
ANNA
con un po' di broncio
Se vuoi...
LILLIA
distribuendo le bambole
Tieni, Clelia! Ecco, Rina, questa è per te. Ti piace? Toh, Lola; prenditi questa —
LOLA
additando Giovanna
Mi dài quella lì?
LILLIA
con un piccolo sospiro
No. Quella la terrò per ricordo... sempre. E Pierino?... Pierino, vieni qua. Ecco: per te l'orsacchiotto. Sei contento?
PIERINO
scoppiando in pianto
No!
LILLIA
No!?... Cos'hai? Perchè piangi?
[65]
PIERINO
Perchè... mi piaceva di più... seppellirle!
Le bambine ridono.
LADY MARY
entrando
Via, via, figlioli.
a Lillia
Ho visto che torna tuo padre.
LILLIA
ad Anna
Conducili via.
Anna e i bambini escono.
Entra il Comandante.
Le due donne gli vanno incontro.
LADY MARY
E Giorgio? Dov'è?
IL COMANDANTE
Verrà più tardi. — È stato qui il capitano Loussy?
[66]
LILLIA
attaccandosi al braccio del padre
Sì. Tornerà. Ed è arrivato qualcun altro con lui... non so più chi...
LADY MARY
Ma dimmi di Giorgio. Non sei stato al Presidio con lui?
IL COMANDANTE
No. Sono sceso a metà strada. Giorgio ha proseguito solo.
LADY MARY
stupita
Come mai?
IL COMANDANTE
C'è stato un incidente alla cantoniera. Un fatto triste —
Siede pensieroso e turbato
LILLIA
gli s'inginocchia accanto
Cos'è stato?
[67]
IL COMANDANTE
Passando la cantoniera abbiamo udito delle grida. L'espresso — quello che arriva dal Nord — spuntava dal tunnel. Mi volto, e vedo laggiù, a cento metri, un bimbo — il bimbo del cantoniere — che si è arrampicato su per la scarpata e si mette a giocare... sul binario!
LADY MARY
Mio Dio!
Lillia nasconde il viso.
IL COMANDANTE
Urliamo tutti. Ma il bimbo è troppo lontano — non ode. Allora la moglie del cantoniere, come una pazza, si precipita allo scambio...
LADY MARY
Perchè — allo scambio?!
IL COMANDANTE
Certo con l'idea di far deviare l'espresso
le due donne ascoltano atterrite.
[68]
e mandarlo sul binario morto, tutto ingombro di vagoni. Era la catastrofe inevitabile, atroce. Il cantoniere — ah, la faccia di quell'uomo levata per un istante al cielo! — si getta sulla donna; e là, allo scambio, i due lottano come forsennati... lei, per salvare la sua creatura... lui, per salvare il treno.
Un silenzio angoscioso.
E il treno...
Una pausa.
... è passato.
Lascia cadere la fronte sulla mano.
LILLIA
quasi con un grido
E il bambino?
IL COMANDANTE
fa un gesto con la mano senza alzare la testa.
LILLIA
Ah, che orrore!
[69]
LADY MARY
dopo una pausa
Che atto magnifico ha compiuto quell'uomo!
LILLIA
Magnifico?!
IL COMANDANTE
alza il capo e guarda Lady Mary
È una grande parola la tua. Tanto più grande, perchè è una donna, e una madre, che la pronuncia.
LADY MARY
Ma è una grande azione...
IL COMANDANTE
alzandosi
A tal punto grande, che... non so... se io al suo posto avrei trovato la forza di compierla.
[70]
LILLIA
sdegnata e piangente
Ha lasciato uccidere il suo bambino!
LADY MARY
Ha fatto il suo dovere. Poteva egli forse mandare alla morte tutta quella gente?
IL COMANDANTE
grave
È giusto.
LADY MARY
con impeto
Ma pensa, pensa se in quel treno ci fosse stato Giorgio!
IL COMANDANTE
Ah!... Ora comprendo il tuo fervore di ammirazione per quel gesto — grandioso, se vuoi, ma terribile. Già; la morale delle donne... è sempre un po' zoppicante.
accarezzandole il viso
Va, va! ti amo meglio così. Meno spartana, ma più donna.
[71]
LADY MARY
Sento che non vi dev'essere nulla per un uomo, al di sopra del suo dovere.
con affettuosa ammirazione
Sei tu che da tanti anni me lo insegni!
LILLIA
Ma non pensi a quella povera donna?... Come deve piangere!...
Un silenzio.
LADY MARY
con un profondo sospiro.
Il destino della donna è il pianto.
Chinandosi sopra la figura accasciata del Comandante.
Se non fosse che Giorgio può tornare da un momento all'altro, andrei da quegli sventurati; cercherei di confortarli...
IL COMANDANTE
Hai ragione; va. Giorgio non sarà qui così presto.
[72]
LADY MARY
Posso dire a quell'uomo che lo proporrai... non so... per una ricompensa, per una medaglia...
IL COMANDANTE
amaramente
Sì, sì! La medaglia. La vecchia ricetta per i cuori spezzati.
LILLIA
Vengo con te, mamma.
Escono.
IL COMANDANTE
richiamando sua moglie
Mary!
Lady Mary ritorna.
Che nessuno mi disturbi quando verrà il capitano Loussy. Secondo le notizie che mi porta, decideremo dell'avvenire.
LADY MARY
Alludi alla partenza mia e di Lillia?
[73]
IL COMANDANTE
con gravità
Sì.
LADY MARY
Harry! È inutile che tu ne parli. Se pensavo a partire, saremmo partite con Giorgio. Io non ti lascerò... a meno che tu mi scacci...
IL COMANDANTE
Buona Mary!
Lady Mary esce.
Entra il capitano Loussy.
Saluta il Comandante.
IL COMANDANTE
Ah Loussy, bene arrivato.
Gli stringe la mano.
Ho saputo che eravate giunto. Ma mi è stato riferito che qualcun altro era con voi.
CAPITANO LOUSSY
Difatti, Sir Geoffrey Harding — il fratello di Lord Carstairs — ha fatto il viaggio con me.
[74]
IL COMANDANTE
Ah, il diplomatico umorista! Lo conosco.
con un sorrisetto amaro
È un mio vecchio amico!... E che cosa è venuto a fare qui?
CAPITANO LOUSSY
Non è che di passaggio; credo che vada in missione alle colonie dell'Est. Qui non fa che una tappa di ventiquattr'ore. Verrà subito.
IL COMANDANTE
con aria seccata
Sta bene.
Siede allo scrittoio, ed apre i dispacci che Loussy gli consegna.
E dunque? Quali notizie portate dal nostro vecchio paese? Che atmosfera c'è nella capitale?
CAPITANO LOUSSY
La solita atmosfera. Molto movimento, molte chiacchiere, molto lusso...
[75]
IL COMANDANTE
alzando gli occhi dalle carte
Molto — lutto, avete detto?
CAPITANO LOUSSY
Sì. Molto lutto. — E molto lusso.
IL COMANDANTE
con profonda amarezza
Ah.
Un silenzio.
E Sua Eccellenza, come vi ha accolto?
CAPITANO LOUSSY
Bene. Benissimo. Era di buon umore. Mi fu doloroso turbare la sua serenità.
IL COMANDANTE
La conosco la serenità di Lord Carstairs.
Una pausa.
Allora gli avete detto —
[76]
CAPITANO LOUSSY
Tutto, gli ho detto. Gli ho spiegato le gravi condizioni in cui ci troviamo qui; l'imminenza, in caso di sorte avversa, dell'assedio della piazzaforte; la necessità di provvedere, sia all'immediato sgombro della popolazione civile, sia all'invio di forti quantità di viveri e di rinforzi —
IL COMANDANTE
interrompendolo
Ecco Sir Geoffrey.
Entra Sir Geoffrey, uomo brioso ed elegante sulla cinquantina.
Il Comandante gli va incontro.
SIR GEOFFREY
gli stringe la mano.
Oh, caro De Bels.
IL COMANDANTE
Non avrei mai pensato di vederti qui.
[77]
SIR GEOFFREY
sorridendo
E mi ci vedrai poco. Riparto subito. Non sono fatto io, per questi paesi ancora elementari e primitivi. Lo dicevo qui al capitano; io, se m'allontano di dieci chilometri da Piccadilly sono un uomo morto.
rivolgendosi gioviale al Comandante
Ti ricordi che anche quando eravamo all'università di Oxford...
IL COMANDANTE
serio
Quei giorni sono lontani. Sarà bene che parliamo del presente.
SIR GEOFFREY
volgendosi ridendo a Loussy
Ecco! Ecco l'uomo ferreo, l'uomo arcigno, che aborre le parole superflue, le cose inutili, la conversazione amena...
[78]
IL COMANDANTE
Sì, sì. Questo non è il momento di conversazioni amene.
Congedando il capitano Loussy
Grazie, Loussy. Vi vedrò stasera.
Loussy saluta ed esce.
SIR GEOFFREY
Ma, buon De Bels, sei insopportabilmente truce.
IL COMANDANTE
Sono truci gli avvenimenti.
SIR GEOFFREY
Appunto, appunto per ciò, noi non dobbiamo esserlo. Più abbiamo il tragico intorno a noi, e più il nostro spirito sente bisogno di sollievo e di svago. Al teatro, per esempio...
Il Comandante si stringe nelle spalle con gesto seccato.
al teatro, io — dacchè il Grande Dramma della Guerra si svolge intorno a noi — non [79] vado più che per vedere le farse!... Se vedo annunciato un dramma ci vado, sì; ma per zittire, per «beccare», per mugolare, e volgere il dramma in farsa, se si può! Ma ti domando un po' se è permesso straziare le nostre anime già straziate...
IL COMANDANTE
Se sei venuto qui in cerca di farse, torna pur via.
fissandolo con occhi lampeggianti, e puntando le due mani sulla tavola
Qui non c'è che tristezza,
con crescente passione
qui abbiamo l'acqua alla gola —
SIR GEOFFREY
Uh! L'acqua alla gola! È strano come voi altri soldati siete sempre inclini all'esagerazione e al pessimismo.
IL COMANDANTE
iroso
Noialtri soldati siamo anche più vicini alla... alla realtà delle cose.
[80]
SIR GEOFFREY
allegramente
Precisamente. E da vicino le cose si vedono male. Per avere una visione esatta, bisogna vedere le cose molto da lontano!
ride
È vero o no? — Del resto, sta tranquillo; si provvederà.
accende una sigaretta
E poi, caro amico, perchè prendersela con me? Io sono qui come semplice turista. Faccio un giro, en amateur, per le colonie. È a mio fratello, il ministro, che bisogna rivolgersi.
IL COMANDANTE
Gli ho mandato un rapporto.
SIR GEOFFREY
Lo so, lo so. Mi ha anche detto che prenderà in seria considerazione le tue vedute. Riguardo però all'idea di far evacuare la città, capirai che non bisogna far le cose con precipitazione. [81] Anche per non allarmare il paese. Guai, mio caro, se si allarma il paese.
IL COMANDANTE
sdegnato
E non si potrebbe, una volta tanto, dire la verità al paese?
SIR GEOFFREY
Dire la verità al paese? Ah bella! La verità al paese!... Ma voialtri avete una strana mentalità. Non vedete le cose che dal punto di vista prettamente militare.
IL COMANDANTE
Mi pare che in tempo di guerra, il punto di vista militare...
SIR GEOFFREY
interrompendo allegro
... è pernicioso! Addirittura pernicioso!
ridendo
Ah, se si lasciasse fare la guerra... ai militari, poveri noi!
[82]
IL COMANDANTE
alzandosi
Tu ami scherzare.
andando vicino a Sir Geoffrey
Tu non comprendi, non vuoi comprendere, che qui siamo faccia a faccia col disastro — e con la fame.
SIR GEOFFREY
impressionato
La fame? De Bels!
IL COMANDANTE
incalzante
In questi ultimi giorni le condizioni sono peggiorate. Dalla parte del mare, il blocco si rinserra...
SIR GEOFFREY
vivamente
Ma le vie di terra sono aperte!
[83]
IL COMANDANTE
con veemenza
Quanto tempo resteranno aperte?
SIR GEOFFREY
Ma cosa dici? Non abbiamo i nostri vicini d'Oriente che —
Il Comandante lo guarda fisso senza rispondere.
Ma cosa pensi? Cosa temi? Tradimento da parte...
IL COMANDANTE
Non diciamo le parole grosse. Perchè tradimento? Basta un momento di fiacchezza, di stanchezza, perchè il nemico ne approfitti per sfondare, e circondarci.
SIR GEOFFREY
colpito
Ma c'è questo pericolo? Lo temi?
IL COMANDANTE
Sì. Ed è imminente.
[84]
Sulla soglia appare Lillia, un poco ansante.
LILLIA
Papà... papà! Passo entrare?
IL COMANDANTE
No. Ho detto che non voglio essere disturbato.
LILLIA
Va bene, papà. Allora... te lo dirò dopo...
avanzandosi trepida, in punta de' piedi
... che il bambino del cantoniere... si può salvare! Pensa, si può salvare! Sei contento, papà?
Gli mette le braccia al collo.
IL COMANDANTE
carezzandole il viso
Sì, cara, sì.
SIR GEOFFREY
con ammirazione commossa
Tua figlia?
[85]
IL COMANDANTE
Sì.
Dal fondo entra Giorgio, rapido, con baldanza.
GIORGIO
Siamo pronti!
IL COMANDANTE
presentandolo a Sir Geoffrey
Ed ecco mio figlio.
SIR GEOFFREY
Ah?... mille felicitazioni.
Giorgio viene avanti e si pone a lato del padre.
IL COMANDANTE
con affettuoso orgoglio
Hai ragione di felicitarmi... È un bravo figliolo, che parte volontario...
GIORGIO
guardando l'orologio che ha al polso
... tra venti minuti.
[86]
SIR GEOFFREY
Ho capito! Se è così, vi lascio.
al Comandante
Ti vedrò più tardi.
prendendogli con cordialità il braccio
Bada che ho preso una determinazione. Parlerò io stesso con mio fratello. Dunque niente turismo, niente giro per le colonie! Quando tu mi avrai dato tutti i ragguagli, tornerò a Londra e m'incaricherò io — Basta. A più tardi.
IL COMANDANTE
dandogli una forte stretta di mano
Grazie.
Sir Geoffrey saluta ed esce.
GIORGIO
guardandosi in giro
E la mamma?
[87]
IL COMANDANTE
È andata alla cantoniera. Santa donna, il suo dolore per la tua partenza non le impedisce di pensare anche alle sofferenze altrui. Ora te la mando subito.
mettendogli affettuosamente una mano sulla spalla
Hai preparato tutto?
GIORGIO
Tutto.
Il Comandante esce.
Lillia, frattanto, ch'era uscita a sinistra, rientra celando dietro di sè un gran mazzo di fiori.
LILLIA
Giorgio! È quasi ora!...
GIORGIO
Sì, sì; è ora. E tu,
alzandole il mento
savia, eh? M'hai promesso di mettere giudizio. Cos'hai lì? Cosa nascondi?
[88]
Lillia alza il mazzo di fiori.
Oh Dio! sarebbero per me?
LILLIA
Sì.
GIORGIO
Devo fare il viaggio in Inghilterra con quel mazzo di fiori in mano?
LILLIA
poggiando il viso al braccio di lui
Mi sono alzata stamattina alle cinque per coglierli...
GIORGIO
Male. Era meglio se dormivi. E adesso, cosa fai? Piangi?
Prende il mazzo di fiori.
Dà qui, dà qui.
LILLIA
No, no; so che non ti piacciono. So che li getterai via appena sarai nel treno...
[89]
GIORGIO
Niente affatto. Mi presenterò a Londra, al Comando, così...
LILLIA
interrompendo
No!
Riprende il mazzo e ne toglie un ramoscello di mughetto.
Tieni questo solo. Per ricordo di tua sorella Lillia.
GIORGIO
commosso
Dovunque io vada, lo terrò con me.
La bacia in fronte.
Lady Mary entra rapida.
GIORGIO
Ah mamma! Cara mamma!...
LADY MARY
Giorgio mio!
Lo abbraccia.
Quanto tempo hai ancora?
[90]
GIORGIO
Cinque minuti.
LADY MARY
Cinque minuti!... Mi pare che vorrei racchiudere in questi cinque minuti tutto il mio amore per te! tutte le felicità che mi sono sfuggite nei vent'anni beati in cui sei stato mio! Quante ore, quanti giorni ho lasciato passare, quasi senza accorgermi della gioia di averti vicino!... senza dirmi ad ogni istante: «Mio figlio è qui, accanto a me!... Quando voglio, posso vederlo; quando lo chiamo mi risponderà!»
GIORGIO
Anche da lontano, mamma, quando mi chiami... sappi che ti rispondo.
guardando dall'una all'altra delle due figure piangenti.
Mamma... Lillia... non piangete. Fa tanto male a chi parte, il pensiero di lasciare la tristezza dietro di sè.
Mettendo il braccio intorno ad ognuna di loro
[91]
Qualcuno ha detto che le lagrime che si versano per il soldato lontano, egli le sente. Nelle lunghe veglie della trincea, le sente cadere sul suo cuore e spegnere tutte le fiamme del suo coraggio.
Volgendosi a Lillia
Non era una leggenda che il babbo ci narrò?
LILLIA
commossa
Sì.
GIORGIO
volgendosi alla madre e prendendole la mano
La sai, mamma, quella leggenda?
C'era una madre che per la partenza del suo figliolo piangeva giorno e notte; nè si poteva consolare.
Suo figlio, lontano, sentiva scorrere quel pianto; e perchè non si perdessero le care lagrime materne, egli le raccoglieva tutte nel suo cuore.
Ma quando fu l'ora di scagliarsi contro il nemico, quel soldato non potè slanciarsi [92] con gli altri all'assalto e alla vittoria. Sai perchè?... Perchè portava nel suo cuore il peso di tutte quelle lagrime!
LADY MARY
alzando gli occhi a lui
Giorgio! Hai ragione.
con sùbita risolutezza
Non piangerò.
GIORGIO
Brava, mamma!... Ah, lascia ch'io ti guardi bene!... Ch'io ti porti via nella memoria, così — coraggiosa e sorridente!
Sulla soglia è apparso il Comandante.
IL COMANDANTE
Andiamo, Giorgio! È ora.
LADY MARY
a suo figlio
Va!
con fiero gesto
[93]
Dio t'accompagni.
Giorgio la bacia.
Indi si china a baciare anche Lillia.
Con un ultimo sguardo alla madre, esce rapido.
Le due donne vorrebbero seguirlo, ma il Comandante con un gesto le trattiene. Indi segue suo figlio.
Lillia si slancia avanti d'un passo e sventola il fazzoletto.
Lady Mary, ritta sulla soglia, alza la mano in un gesto solenne di benedizione. Così rimane immobile, mentre cala lentamente il sipario.
FINE DEL PRIMO ATTO
[95]
[96]
La stessa scena, sei mesi più tardi, nella città assediata. Disordine e squallore.
Le pareti coperte di carte, di piante topografiche, ecc.
Nello sfondo paesaggio invernale, grigiastro e tetro.
Il Comandante affondato in una poltrona, come vinto da profondo abbattimento, riposa.
[97]
ATTO SECONDO
LADY MARY
entra portando un vassoio; la segue Lillia.
Non svegliarlo!
LILLIA
Povero papà! Come par triste!
LADY MARY
deponendo il vassoio sul caminetto a sinistra, e abbattendosi col volto nascosto tra le mani
Cosa sarà di noi! Ah, se fossimo partite con le Farrell!... Almeno fossi partita tu? Saperti in salvo...
LILLIA
Zitta, che lo svegli!
[98]
IL COMANDANTE
destandosi
Che c'è?
LADY MARY
Ti abbiamo portato il thè.
IL COMANDANTE
Non voglio thè.
LILLIA
quasi piangendo
Ma papà... vuoi ammalarti? Non mangi più niente...
IL COMANDANTE
facendole una carezza
Ho tanti pensieri...
LILLIA
E quando si hanno tanti pensieri bisogna mangiare.
LADY MARY
Ci rendi assai tristi!...
[99]
IL COMANDANTE
Basta. Lasciatemi solo.
LADY MARY
Ma un po' di thè —
IL COMANDANTE
con scatto iroso addita la porta.
Le donne si ritirano a capo basso.
Mary... Lillia...
Esse tornano indietro.
IL COMANDANTE
le guarda, le abbraccia.
Cos'ho fatto! Cosa ho fatto! Non dovevo lasciarvi star qui... Ero un pazzo, ero un delinquente...
LADY MARY
Ma perchè? Se siamo così felici di condividere le tue sofferenze.
[100]
LILLIA
Non credere che abbiamo paura. Di nulla, di nulla abbiamo paura, poichè siamo con te.
Si batte alla porta.
IL COMANDANTE
Avanti.
Entrano il capitano Loussy e il professor Aubrey Russell, seguiti da due soldati, uno dei quali porta un rotolo di carta.
IL COMANDANTE
Ah! Loussy!... Ebbene?
CAPITANO LOUSSY
presentando Russell
Il professore Aubrey Russell, matematico, che mi ha aiutato a compilare il documento —
IL COMANDANTE
Quel diagramma è fatto?
[101]
CAPITANO LOUSSY
Sì, signor Comandante.
IL COMANDANTE
volgendosi a Russell
E il risultato?
AUBREY RUSSELL
È grave.
Un silenzio.
Desidera vederlo subito?
IL COMANDANTE
Subito!
AUBREY RUSSELL
dà ordini ai soldati di attaccare la carta alla parete. Essi l'affissano nel centro, in fondo; a destra della porta vetrata d'ingresso.
IL COMANDANTE
volgendosi alle donne
Allora —
[102]
LADY MARY
supplichevole
Lasciaci star qui!
IL COMANDANTE
esita. Quindi subitamente deciso
Ebbene — restate. Tanto, ormai...
Fa un gesto di desolazione. Lady Mary e Lillia vanno a sedersi in un angolo della stanza.
AUBREY RUSSELL
indicando la carta che i soldati hanno attaccato alla parete
Ecco, Comandante.
A un cenno del capitano Loussy i soldati salutano ed escono.
IL COMANDANTE
aggrottando le ciglia
Spiegatemi un po' —
[103]
NOTA — Per i dettagli del diagramma i miei ringraziamenti sono dovuti allo scrittore militare inglese «Ole Luk-oie».
N. dell'A.
[105]
AUBREY RUSSELL
Le cifre riguardo agli approvvigionamenti le ho avute esattissime dall'ispettore dei consumi; quelle della popolazione me le ha date il maresciallo. Queste linee orizzontali...
indicando le linee da sinistra a destra sul diagramma
sarebbero la scala dei viveri. Queste, verticali, la scala del tempo. Da oggi, vede?
indicando l'angolo sinistro in alto del diagramma
4 gennaio.
IL COMANDANTE
secco
Avanti.
AUBREY RUSSELL
Queste tre linee in diversa pendenza rappresentano la diversa scala di razioni secondo... secondo il numero delle persone da nutrire.
[106]
IL COMANDANTE
Avanti.
AUBREY RUSSELL
Questo zero alla base di ognuna delle tre linee rappresenta — la fine dei viveri.
Un silenzio.
Come vede, ho messo qui accanto alle diverse linee una iniziale, secondo ciò che rappresentano:
Linea A: Scala minima di razioni, indispensabili alla guarnigione — insieme con la popolazione civile — per poter continuare a lavorare e a combattere.
Linea B: —
IL COMANDANTE
interrompendolo
La linea A fino a che giorno ci porta?
AUBREY RUSSELL
Seguendo col dito dal basso all'alto la riga verticale su cui termina la linea A
[107]
La linea A... ci porta... fino al giorno 18 di questo mese.
IL COMANDANTE
esterrefatto
Il 18 di questo mese!... Loussy! avete sentito?
CAPITANO LOUSSY
cupo
Sissignore.
AUBREY RUSSELL
Questa seconda linea, marcata B — come vede, è in pendenza minore — rappresenta la scala minima di razioni necessarie alla guarnigione — insieme con la popolazione civile —
si arresta titubante. Indi prosegue a bassa voce
per poter semplicemente sussistere.
Breve silenzio.
Senza combattere e senza lavorare.
Un altro silenzio.
[108]
IL COMANDANTE
E questa linea ci porta...
AUBREY RUSSELL
Ci porla fino al giorno 30 di questo mese.
Lungo silenzio.
IL COMANDANTE
Fino al 30 di questo mese.
AUBREY RUSSELL
Qui, tuttavia... si può contare su qualche giorno di più...
s'interrompe indeciso.
IL COMANDANTE
secco
Perchè?
AUBREY RUSSELL
Ma... per una ragione penosa, signor Comandante.
abbassando ancora il tono della voce
[109]
Bisogna prevedere un aumento di decessi... in seguito a debolezza ed esaurimento...
IL COMANDANTE
trasalendo
Ah!
AUBREY RUSSELL
E questi decessi, diminuendo il nostro numero, prolungherebbero la nostra possibilità di resistenza.
IL COMANDANTE
Ho capito.
Silenzio.
E questa terza linea?
AUBREY RUSSELL
Ah! Linea C. Questa, signor Comandante, ha la minima pendenza, e ci porta, come vede, assai più lontano: fino al 22 — o diciamo pure al 24 — del mese prossimo. Questa linea C...
con voce tremante
[110]
rappresenta la scala minima delle razioni necessarie alla sussistenza...
Un attimo di pausa.
della guarnigione soltanto —
Marcando molto le parole
esclusa la popolazione civile.
Lungo silenzio.
È questo, vero? ciò che mi aveva dato ordine di fare?
IL COMANDANTE
profondamente scosso
Sì.
AUBREY RUSSELL
Sono desolato che i risultati non siano migliori.
IL COMANDANTE
Grazie, Russell. Grazie.
Aubrey Russell guarda, incerto, dal Comandante immerso nei suoi pensieri, al capitano Loussy. Questi gli fa cenno che può andare.
Aubrey Russell saluta ed esce.
[111]
IL COMANDANTE
dopo una lunga pausa
Vedete, Loussy, è la resa che s'impone — la resa!
CAPITANO LOUSSY
amaramente
Tutte vane, dunque, le nostre sofferenze.
IL COMANDANTE
Tutte vane.
CAPITANO LOUSSY
Vano il coraggio eroico dei nostri uomini, vana la loro prontezza al sacrificio.
IL COMANDANTE
Tutto vano.
CAPITANO LOUSSY
distogliendo il volto
Ah, Comandante...
si sforza a dominare la sua profonda emozione
[112]
se si potesse sperare ancora nell'arrivo di viveri...
IL COMANDANTE
Chiuse le vie di terra, bloccate le vie del mare. Siamo qui, presi come topi in trappola.
CAPITANO LOUSSY
Ah, quando sei mesi fa ho portato il rapporto alle autorità... e ci hanno riso in faccia!... Se avessero provveduto subito...
IL COMANDANTE
Loussy; le recriminazioni non servono che ad amareggiare chi le fa.
CAPITANO LOUSSY
Perdoni, Comandante. Ha ragione.
Una pausa.
Ma l'idea della resa, e di tutto ciò che la resa significa... per noi e per i nostri, mi sconvolge il cervello.
[113]
IL COMANDANTE
tornando a guardare la carta appesa al muro. Lentamente
Ci atterremo alla linea B.
CAPITANO LOUSSY
disperato
La resa per il giorno 30?!
IL COMANDANTE
Sì. La resa; per fame. Il giorno 30.
Si volge un istante a guardare le due donne che durante l'intera scena sono rimaste immobili e tremanti in fondo alla stanza. Indi cade a sedere col viso tra le mani.
LADY MARY
si alza, e lenta, trepida, si avvicina a suo marito.
Gli prende la mano, ch'egli le abbandona; essa l'alza e la reca alle labbra.
CAPITANO LOUSSY
alzando la fronte e lanciando uno sguardo a Lillia
[114]
Comandante, se potessimo resistere un altro mese... o due!... Da una parte o dall'altra i soccorsi ci arriverebbero.
il Comandante stende grave la mano e addita il diagramma.
CAPITANO LOUSSY
in tono rapido e basso
E... la linea C?... Quella, ci darebbe... un mese e 18 giorni di più.
IL COMANDANTE
La linea C!... Mandar via la popolazione civile!
con un mesto sorriso
Voi volete dunque tornare al medio-evo? all'assedio di Siena?
Il capitano Loussy allarga le mani in gesto di rassegnazione all'inevitabile.
IL COMANDANTE
Cacciar fuori questi inermi — donne, vecchi, fanciulli — e mandarli... al nemico?
[115]
CAPITANO LOUSSY
concitato
Sì; perchè questi dia loro un salvacondotto attraverso le sue linee. È stato fatto altre volte; anche recentemente. I Boeri, non hanno forse mandato le loro donne, i loro vecchi alle nostre linee inglesi?
IL COMANDANTE
fissandolo grave, dopo un istante di silenzio
Voi scordate, Loussy, con che razza di nemico abbiamo a fare. Noi non combattiamo contro gli uomini; noi combattiamo contro le iene!
Un silenzio.
E poi, arrendersi per arrendersi — tanto vale il giorno 30, che ventiquattro giorni più tardi. E risparmiamo questa inutile crudeltà.
CAPITANO LOUSSY
In ventiquattro giorni possono accadere dei fatti nuovi.
[116]
IL COMANDANTE
fissandolo
Loussy, è un terribile dilemma questo... un crudele dilemma...
Lady Mary e Lillia sono venute a mettersi al suo fianco ed egli tiene stretta la mano di sua moglie; ora posa l'altra mano sull'omero della figlia.
Quando voi pensate, che nella popolazione civile — tra i non-combattenti — sono comprese...
la voce gli si spezza
... anche queste due creature...
CAPITANO LOUSSY
vivamente
Ah! Ma lei, Comandante, — lei Governatore della piazzaforte, può fare tutte le eccezioni che vuole.
IL COMANDANTE
con uno scoppio di voce
Ah! Le eccezioni?! È questo che voi pensate? Le eccezioni!... A favore delle mie donne! [117] Mandar fuori i pezzenti, eh? gli ammalati, eh? E le donne e i vecchi e i bambini — Ma le mie donne no!... Ah, ma che concetto avete voi del dovere, Loussy?
con voce tonante
E che concetto credete che ne abbia io?
CAPITANO LOUSSY
profondamente umiliato
Perdoni... perdoni...
IL COMANDANTE
E non è per questo —
indicando le due donne tremanti al suo fianco
ch'io esito; io, che vorrei dare in pasto ai miei soldati questo mio vecchio cuore, se potessi tenerli in vita un solo giorno di più!...
CAPITANO LOUSSY
Lo so!... Lo so!...
[118]
IL COMANDANTE
Ma è perchè voglio, se è possibile, evitare uno strazio inutile. Li vedete voi, questi inermi, cacciati fuori alla mercè del nemico? Li vedete, vagare, soli, sperduti tra le due linee ostili?...
feroce
E vedete — vedete — come sarebbero accolti dal nostro nemico?
Il capitano Loussy si copre gli occhi.
IL COMANDANTE
prosegue fremente
Se bisognerà arrendersi — ah! — allora ci saremo anche noi
guardando le due donne
anche noi saremo là col nostro cuore — e con le nostre rivoltelle — per difenderle fino all'ultimo.
LADY MARY
gli si getta tra le braccia piangendo.
[119]
Lillia e Loussy si guardano fissamente, profondamente negli occhi.
Si batte alla porta.
IL COMANDANTE
Avanti.
Entra il tenente Fletcher trafelato, ansante.
IL TENENTE FLETCHER
guarda le donne.
Una comunicazione urgente, signor Comandante.
IL COMANDANTE
Dite pure.
IL TENENTE FLETCHER
Abbiamo raccolto un radio-telegramma che annuncia l'arrivo di trasporti con rinforzi e viveri. Vengono per la via di mare.
IL COMANDANTE
agitato
Hanno forzato il blocco!
[120]
IL TENENTE FLETCHER
Signorsì. Sono stati avvistati sulle coste dell'Estlandia.
IL COMANDANTE
febbrile
Quando?
IL TENENTE FLETCHER
All'alba di ieri.
Un silenzio.
Lady Mary scoppia in convulse lagrime di gioia e abbraccia Lillia.
IL COMANDANTE
parlando lentamente
All'alba di ieri! Non saranno — dunque — qui — che verso —
IL TENENTE FLETCHER
Verso il 20 del mese prossimo, signor Comandante.
[121]
IL COMANDANTE
lentamente, accennando di si col capo
Verso — il 20 del mese prossimo.
LILLIA
rapita
Papà! Papà!...
Gli afferra la mano e gliela bacia.
IL COMANDANTE
come impietrito
Il 20 del mese prossimo — ah!
si batte la fronte con gesto forsennato.
Al tenente Fletcher
Sta bene.
Il tenente Fletcher saluta ed esce.
Volgendosi alle donne
Via! Via subito.
LADY MARY
Ma —
[122]
IL COMANDANTE
con gesto di congedo
Vi richiamerò.
Lady Mary e Lillia escono.
IL COMANDANTE
dopo una pausa
Dunque, Loussy!
con infinita amarezza
Ecco sciolto il dilemma.
Il capitano Loussy china il capo.
IL COMANDANTE
Comprendete il significato di questa notizia?
Loussy china di nuovo il capo in segno di assenso.
IL COMANDANTE
lentamente, scandendo le sillabe
Nessuna resa.
Un silenzio.
Va alla parete e appoggia il [123] dito sulla terza linea del diagramma.
È la linea C — che s'impone. La linea C! Come avete detto voi!... Fuori la popolazione civile!... fuori le bocche inutili! Fuori!
Appoggia il capo al muro e scoppia in una risata convulsa.
CAPITANO LOUSSY
gli si avvicina trepido
Comandante!!...
IL COMANDANTE
come pazzo guardando la carta
Lo zero — ecco lo zero!
seguendo la linea col dito
La linea C... ci porta fino al giorno 24. I rinforzi arrivano il 20.
con un'amara risata
Abbiamo un margine di quattro giorni!... Quattro giorni!
[124]
CAPITANO LOUSSY
agitato
Ma è inutile dunque! Inutile! Bisogna contare sulla possibilità di ritardi. Il maltempo può ostacolare l'arrivo dei trasporti. Allora la resa s'imporrebbe ugualmente — e questa spietata decisione sarebbe stata vana.
IL COMANDANTE
tra sè e sè
Sì. Anche questo può accadere...
CAPITANO LOUSSY
rapido e a bassa voce
Se osassi... se osassi intercedere per la infelice popolazione civile... se si potesse sospendere questa sentenza orribile...
IL COMANDANTE
Ma voi vi contraddite, Loussy. Voi che or ora mi esortavate a questo passo, ora tentate dissuadermene?
Una pausa.
[125]
Basta.
a se stesso
«Fa ciò che devi, avvenga quel che può».
stringendo i denti
Loussy, radunate il Consiglio di Difesa. Preparate immediatamente gli ordini ch'io firmerò.
con voce terribile
E badate, Loussy! Non si fanno eccezioni. Non si fanno eccezioni.
Un silenzio.
Tutti — vecchi, donne, bambini, ammalati, chi può reggersi in piedi deve andare. Prendete le disposizioni necessarie. E ricordatevi che la sortita si deve fare prima del tramonto
convulso, serrando i pugni
perchè il nemico non possa fingere di non riconoscere la bandiera bianca.
CAPITANO LOUSSY
Ma come? Ma non è possibile? Bisognerà pur dare qualche preavviso.
[126]
IL COMANDANTE
Niente preavviso. Un'ora deve bastare. Quando si ha un margine di quattro soli giorni, non c'è più un tozzo di pane che si possa dare agli inermi, ai non-combattenti...
con un ghigno di amarissima ironia
agli esseri superflui — che non sanno uccidere!
CAPITANO LOUSSY
Ma per amor di Dio, Comandante, pensi!...
IL COMANDANTE
con voce terribile
Ho pensato. — Radunate il Consiglio di Difesa.
Dopo un istante d'esitazione il Capitano Loussy esce.
Il Comandante rimane solo.
IL COMANDANTE
dopo un lungo silenzio
E se fosse un delitto? S'io fossi impazzito?
[127]
Tutta la sua forza autoritaria è caduta.
Egli è smarrito, quasi piangente.
Tra sè e se.
Chi... chi... m'aiuta? Chi mi consiglia?
va ai gradini e chiama
Mary!
LADY MARY
accorre
IL COMANDANTE
Mary. — Pensa bene a ciò che stai per dirmi. Rispondi dal fondo della tua coscienza.
Una pausa.
Lady Mary tiene fissi gli occhi su lui.
Ricordi tu ciò che accadde il giorno della partenza di Giorgio?
LADY MARY
Il giorno... della partenza?...
IL COMANDANTE
L'incidente della cantoniera.
[128]
LADY MARY
Sì. Ricordo.
IL COMANDANTE
Ricordi tu... ciò che hai detto quando quell'uomo volle sacrificare suo figlio alla salvezza del treno?
LADY MARY
Ho detto... che fece il suo dovere. Perchè ne riparli?
IL COMANDANTE
Lo diresti ancora? Oggi?... Lo diresti ancora?
LADY MARY
Che strana domanda!
IL COMANDANTE
Rispondi.
LADY MARY
Sì... credo... non so...
titubante
[129]
Certo egli non poteva sacrificare tante esistenze affidate a lui —
IL COMANDANTE
Egli... non poteva sacrificare... tante esistenze... affidate a lui...
prendendole la mano
Al suo posto, anch'io — avrei dovuto far così?
LADY MARY
Che domanda mi fai?
IL COMANDANTE
forte
Rispondi.
Un silenzio
Se per salvare mille vite... migliaia di vite,... affidate a me... dovessi sacrificare... te?... tua figlia?... Diresti che lo devo fare?
LADY MARY
dopo un attimo di silenzio
Ma... forse...
[130]
IL COMANDANTE
Non forse. Sì? — no?
LADY MARY
straziata dal dubbio
Oh Dio!...
subitamente, cacciandosi i capelli dalla fronte
Sì.
IL COMANDANTE
Mary! Eroica creatura, santa e grande anima! Che il cielo ti benedica, ti protegga, ti salvi. Tu mi dai il coraggio che mi mancava. Il dovere, dunque. Lo ha fatto quel cantoniere. Ed io, soldato, lo farò.
LADY MARY
tremante
Spiegami... che cosa vuoi dire?
IL COMANDANTE
Chiama Lillia.
[131]
LADY MARY
Ma...
IL COMANDANTE
ritto in mezzo loro.
Chiama Lillia.
Lady Mary s'avvia titubante verso i gradini, sui quali già appare la figuretta trepida di Lillia.
IL COMANDANTE
Donne mie! Più care a me della vita, più care a me della speranza, più care a me — sì! è così! — della patria per la quale combatto. Io debbo compiere un terribile dovere. Debbo mandarvi via...
LADY MARY
con un grido
Ah no! Questo no!
Assai lontano s'ode lo squillo d'una tromba che chiama all'adunata.
IL COMANDANTE
Debbo mandarvi via. Tra un'ora partirete di qui.
[132]
LADY MARY
Io non ti lascio, no! non ti lascio.
LILLIA
Papà! Se devi morire, vogliamo morire con te.
Lo squillo è ripetuto, lontanissimo.
IL COMANDANTE
Voi non capite. Ah, se si trattasse soltanto di morire. Come sarebbe facile!... Ma a un soldato si domanda di più che la vita. Il soldato dev'essere pronto a strapparsi il cuore, e vivere. Ad immolare ciò che ha di più caro, e vivere. Voi, che adoro... voi, vita della mia vita, devo mandarvi fuori... fuori, con gli altri derelitti! Devo mandarvi alle linee nemiche!
LADY MARY
con un singhiozzo soffocato
Ma non è possibile...
IL COMANDANTE
Sì; abbandonarvi ai nemici; affidarvi alla loro pietà!
[133]
LADY MARY
Tu — tu penseresti di far questo? Ma sarebbe una cosa iniqua, una cosa orribile!
IL COMANDANTE
austero
Sì. È una cosa orribile. Ma è necessaria. È fatale. Comprendi! Se noi ci arrendiamo, il disastro non è nostro soltanto; avrà delle conseguenze gravi, incalcolabili...
LADY MARY
forsennata
Ma a noi, a noi... non pensi?
prima che il Comandante possa rispondere
E volevi pure arrenderti! L'hai detto...
IL COMANDANTE
Sì. Quando la resa era inevitabile. Quando non c'era alternativa. Ma se m'arrendessi ora, sapendo che i trasporti arrivano, sarei un vile. Se non tentassi di resistere fino all'ultimo respiro, sarei un vile.
[134]
Una pausa.
Mi vorresti vile, Mary? Mi vorresti disonorato?
LADY MARY
No... no! hai ragione. Hai mille volte ragione. Tu devi salvare la piazzaforte, i tuoi uomini. Ma perchè...
tremante
non tenerci qui, noi due... nascoste? Nessuno lo saprebbe...
IL COMANDANTE
sdegnato
Mary!
LADY MARY
Che differenza può fare quel pezzetto di pane che mangeremo noi?... E poi, non lo mangeremo! no! te lo giuro. Morremo di fame, benedicendoti!... pur che ci lasci morire accanto a te.
IL COMANDANTE
Mary! perchè straziarmi? Non capisci che [135] darei dieci volte la vita per tenervi qui? Se lo potessi senza essere ingiusto, senza essere abbietto!
LADY MARY
dopo un attimo di silenzio
Va bene. Io me ne andrò. Me ne andrò. Non dirò più niente.
Si ode per la terza volta, fievolissimo, lo squillo di tromba.
Ma per Lillia, per Lillia t'imploro!
cade in ginocchio.
In nome del cielo, non mandar via Lillia! Tienila con te.
IL COMANDANTE
Mary, tu mi spezzi il cuore.
LILLIA
con fierezza calma
Mamma! Il babbo deve fare quello ch'è giusto; senza pensare a noi.
Gli prende la mano e la tiene stretta.
[136]
LADY MARY
disperata
Ah, taci!... Tu non sai, tu non sai verso quale sorte tuo padre ti spinge. Tu non sai fino a qual punto è nefando e spaventoso ciò ch'egli pensa di fare.
IL COMANDANTE
Mary!...
LADY MARY
Vedi?... egli non è più un marito, non è più un padre.
con veemenza folle
In lui il soldato — ha ucciso l'uomo!
Il capitano Loussy batte alla porta ed entra.
CAPITANO LOUSSY
Il Consiglio è radunato.
IL COMANDANTE
Verrò subito.
[137]
Si volge verso la porta a sinistra come per andare a prendere cappotto e berretto.
Gli ordini da firmare?
CAPITANO LOUSSY
Sono pronti.
IL COMANDANTE
La popolazione civile è avvisata?
CAPITANO LOUSSY
Quattro squadre sono in giro per la città.
con voce commossa
La popolazione si raduna già nella piazza.
IL COMANDANTE
Fa per entrare a sinistra. Si volge sulla soglia e guarda Lillia. Essa gli si precipita tra le braccia.
Lady Mary si è abbattuta singhiozzante.
IL COMANDANTE
allontana da sè Lillia ed esce a sinistra.
[138]
LADY MARY
rizzandosi con un grido
No, no! tu non andrai! Io non ti lascierò andare.
Lo segue.
CAPITANO LOUSSY
rapidissimo a Lillia
Lillia! Vi salverò. Salverò voi e vostra madre.
LILLIA
incredula
Come potrete...?
CAPITANO LOUSSY
Vi seguirò. Quando sarà buio vi ricondurrò indietro. E vi terrò nascoste qui, nella città —
LILLIA
dopo un istante d'esitazione
Ma sarebbe... ingannare mio padre.
CAPITANO LOUSSY
Vostro padre mi benedirà di averlo ingannato.
[139]
LILLIA
fissandolo, grave
Ne siete certo?
CAPITANO LOUSSY
con disperazione
Ah, non lo so! non lo so! La sua onestà rasenta la pazzia!
LILLIA
guardandolo negli occhi, e tendendogli lentamente la mano
Così... deve essere onesto — un soldato.
CAPITANO LOUSSY
Lillia, piccola creatura sublime, come posso lasciarvi andare così, innocente e intrepida, alla morte?
con passione disperata
Mio Dio, mio Dio, che cosa debbo fare?
LILLIA
con solennità
Obbedire!
[140]
LADY MARY
chiamando dal di fuori con voce angosciata
Lillia! Lillia!
IL COMANDANTE
rientra, pronto ad uscire.
Lillia. Va da tua madre.
Lillia esce a sinistra.
IL COMANDANTE
a Loussy, con voce spezzata
Siate per un'ora mio figlio. — Restate qui con loro. Le confido a voi.
Il Capitano Loussy, commosso, gli afferra la mano. Indi esce a sinistra, dove sono uscite le due donne.
Il Comandante, solo, si avvia verso la porta vetrata. L'apre. D'improvviso indietreggia, e resta immobile.
Fuori, come ombre nel crepuscolo della grigia giornata invernale, sfilano lentamente donne, bambini e vecchi, in silenzioso, tragico corteo.
Il Comandante, impietrito, li guarda.
FINE DEL SECONDO ATTO
[141]
[142]
Una sala nella villa del Comandante De Bels nella Contea di Kent, in Inghilterra.
Da lontano si ode il suono festoso di una banda villereccia.
Anna appare sul terrazzo: figuretta primaverile; veste chiara, cappello di paglia in testa.
[143]
ATTO TERZO
ANNA
entra cantarellando, con un fascio di lillà tra le braccia.
Via, via, le rose! — In castigo. Nient'altro che dei lillà!
chiamando
Edith!
alla domestica anziana che si affaccia
Porta via queste rose. Non ci vogliono tanti profumi diversi nella stanza. A Giorgio non piace che l'odore di un fiore solo.
EDITH
Ma che idea, signorina Anna?...
[144]
ANNA
ammucchiando le rose
Portale via! e torna ad aiutarmi. Vogliamo fare la casa tutta bella per Giorgio.
EDITH
amaramente
Ah signorina, per quanto bella la si faccia, lui non la vedrà.
Volge le spalle per andarsene.
ANNA
fermandola
Cosa dici, cosa dici, brontolona? La vedrà sì! Se non la vede proprio co' suoi occhi, la vedrà col suo cuore.
EDITH
triste
Ma i fiori... per lui... signorina!
ANNA
Sì! sì! i fiori! Nei fiori sentirà il profumo della primavera e del bene che gli vogliamo.
[145]
Va! E torna presto!
Edith esce portando via le rose.
Indi rientra. Aiuta Anna ad accomodare i fiori nei vasi.
ANNA
Il Comandante non è tornato?
EDITH
No. È ancora in paese.
ANNA
E tu, perchè non sei andata a vedere la festa che gli fanno?
EDITH
Non mi piacciono le feste.
ANNA
Il villaggio è tutto imbandierato in suo onore. E sentissi la musica, i discorsi!... Sono tutti felici di festeggiare il loro eroe.
EDITH
A lui cosa servono i discorsi, e gli onori, e le [146] feste? Nessuno gli può rendere quello che ha perduto.
ANNA
stizzosa
Non dir sempre queste cose. Sei terribile. Sembri la vecchia cornacchia di Edgardo Poe. Sai cosa diceva quella cornacchia? Le stesse cose che dici tu. Era nera e noiosa come te.
si volge impetuosa e le dà un bacio.
Sai, Edith, bisogna ricordarsi che il grande sacrificio del Comandante era necessario; che con la sua resistenza egli non solo ha salvato la sua piazzaforte, ma ha anche mutato in nostro favore tutto il corso degli eventi. È stata un'azione magnifica la sua, che la patria non scorderà.
EDITH
Già. Ma la sua casa è vuota. Sua moglie... sua figlia... non si sa dove siano. E oggi l'unico suo figliolo
torcendo le mani congiunte
in quale stato gli ritorna a casa!
[147]
ANNA
Taci, taci!
lascia ricadere i fiori che aveva in mani.
Quando penso che Giorgio torna a casa, un po' sono così felice da non sapere cosa faccio, e un po' sono così disperata che vorrei fuggir via e piangere!... Almeno ci fosse mia madre, per riceverlo!
siede.
Ma no. Proprio oggi la mamma deve andare a Dover!... E tornerà chissà quando!
sospira.
Ed ora Giorgio arriverà qui... domanderà di sua madre... di sua sorella... e non sapremo che cosa dirgli.
EDITH
Ma signorina, crede lei che il signor Giorgio non sospetti già qualcosa? Si sarà pure meravigliato che nè l'una nè l'altra siano mai andate all'ospedale a trovarlo.
ANNA
cupa
Gli abbiamo detto che sua madre era sofferente... [148] che Lillia era ancora lontana, in casa di parenti. Poi i dottori gli hanno vietato di parlare, di far domande... ed egli non ha più chiesto nulla.
Un silenzio.
Ma chi sa che cosa pensa... che cosa sospetta!...
EDITH
Ecco il Comandante.
si ritrae.
Entra il Comandante.
ANNA
movendogli incontro
Ah, caro zio Harry! Hai potuto sottrarti agli entusiasmi, agli applausi?
IL COMANDANTE
Ah sì! gli entusiasmi, gli applausi!... Quale angoscia!
siede
Sono stato a casa tua, Anna, a cercare di tua madre. Speravo ch'essa sarebbe stata qui per l'arrivo di mio figlio.
[149]
ANNA
Purtroppo la mamma ha dovuto partire. Ma dimmi, a che ora lo vai a prendere?
IL COMANDANTE
Subito. Tra pochi minuti.
ANNA
turbata, trepidante
Mio Dio! E che cosa gli dirai?
IL COMANDANTE
lento e cupo
La verità. La verità, che già prima d'ora avrei dovuto dire.
ANNA
Non potevi. Il dottore te lo ha sempre vietato!
IL COMANDANTE
È vero; me l'ha vietato il dottore. Ma più di lui me l'ha vietato... la mia viltà!
Sì; per la prima volta in vita mia — posso dirlo, Anna, ch'è la prima volta! — io sono [150] stato vile; vile davanti a quel tragico viso, vile davanti a quegli occhi spenti. Ma ora, quand'egli entra in questa casa, quando mi chiederà: «Dov'è mia madre?» quando mi chiederà: «Dov'è mia sorella?» Gli risponderò — la verità.
La verità! Non so dove siano. Preda del nemico forse! della morte.
ANNA
incorandolo affettuosa
Ma non credi che si possa più sperare?...
IL COMANDANTE
Sperare?
ANNA
Che la zia Mary e Lillia abbiano potuto salvarsi; che si possa ancora averne notizie?
IL COMANDANTE
No. Da troppi mesi ormai dura il silenzio. Perdute! Sono perdute entrambe! Questo dovrò dire a mio figlio quando ritornerà, cieco, al suo focolare.
[151]
ANNA
con slancio
Mi lascierai stare con te? con te e con lui... in quel momento? Lo condurrai qui, prima di parlargli?
IL COMANDANTE
commosso
Anna!... Tu ami il mio figliolo.
ANNA
con semplicità
L'ho sempre amato.
IL COMANDANTE
Ma... ora!...
ANNA
Ah, ora — mille volte di più!
IL COMANDANTE
la bacia in fronte.
Nel naufragio della nostra vita, tu sola rimani, piccola Anna fedele!
[152]
Resta dunque qui. Aspetta il nostro ritorno.
Esce e si allontana a destra.
Entra Edith frettolosa.
EDITH
C'è il custode del parco che vorrebbe parlare con lei.
ANNA
Con me? E che cosa vuole?
EDITH
Non so. Non ha voluto entrare mentre c'era il signor Comandante.
Il Custode, un vecchio, entra, affannato, dalla sinistra.
ANNA
Ebbene? Cosa c'è?
IL CUSTODE
Signorina, ho una notizia... Sarei venuto a dirlo già iersera...
assai imbarazzato
ma è stata lei... proprio lei, a non volere...
[153]
ANNA
Lei? chi?... Ma cosa dite? Di chi parlate?
IL CUSTODE
Si figuri che iersera, avevo appena chiuso il cancello, quando sento qualcuno chiamare il mio nome. Torno indietro, e lì, dietro il cancello, la vedo, che pare uno spettro...
ANNA
Ma chi era? chi?
EDITH
dietro a loro si è affacciata alla porta d'uscita; con un grido
Signorina! C'è la signora!! La nostra signora!...
ANNA
convulsa
Ma cosa dici!... dove? dove?
segue Edith che si è slanciata fuori a sinistra.
Il Custode esce dietro a loro. Anna ed Edith ricompaiono tosto sorreggendo la figura vacillante [154] di Lady Mary. Questa è pallida e spettrale; porta una logora veste nera e uno scialle nero.
Zia Mary!... zia Mary!... Ma è possibile?!
EDITH
conducendola verso il divano
Non credevamo vederla mai più. Quanto abbiamo pianto per lei!
LADY MARY
fievole, accasciandosi
Buona Edith!...
volgendosi con un pallido sorriso ad Anna.
Anna!...
ANNA
agitata
Corro a richiamare lo zio Harry...
LADY MARY
con voce spenta; trattenendola
No.
[155]
ANNA
Ma lasciami dargli subito questa gioia —
LADY MARY
No.
ANNA
baciandole le mani
Oh, zia Mary; sei tu — sei tu! Non osavamo più sperare...
con impeto
E Lillia?
LADY MARY
tragica
Non chiedere di Lillia.
ANNA
quasi senza voce
Non tornerà?!
LADY MARY
Non chiedere di Lillia!
con cupo dolore
[156]
O allora... chiedine a colui che ci ha cacciate fuori.
Cade in avanti col volto tra le mani.
Anna le s'inginocchia accanto, confortandola.
EDITH
lancia ad Anna uno sguardo di pietà
Indi si rivolge, trepida, a Lady Mary.
Signora cara, vorrà riposare... vorrà prendere qualche cosa...
Lady Mary scuote il capo.
Almeno un cordiale...
LADY MARY
No, Edith. Non ho bisogno di nulla.
ANNA
sottovoce a Edith
(Corri incontro al Comandante!... Avvertilo!)
Edith esce rapida.
A Lady Mary
[157]
Ma è vero che sei arrivata iersera? E perchè, perchè non sei venuta subito qui, a casa tua?
LADY MARY
Questa non è più casa mia. Questa è la casa — di lui! di lui che tutti festeggiano, per l'atto più inumano, più spietato...
ANNA
scattando
Ah, zia Mary! Non dir questo! Il suo immenso sacrificio, non lo comprendi?
LADY MARY
Non parlarmi di lui, nè di quell'atto iniquo,..
ansante
parlami di Giorgio! Per lui soltanto ho varcato questa soglia. Per lui soltanto ho vissuto fino ad oggi.
In quei terribili giorni d'angoscia, fra le torture, la crudeltà, lo scherno, fu il pensiero di lui, di lui soltanto che mi ha tenuta in vita.
[158]
ANNA
Sai che Giorgio... mio Dio...
non osa proseguire
LADY MARY
Ebbene?
ANNA
tremando
Tra poco verrà qui...
non osando rivelare la sventura del figlio e cercando di distoglierla da quel pensiero
ma dimmi, dimmi di te! Hai dunque sofferto molto... dici che furono crudeli con te?
LADY MARY
rabbrividendo
Crudeli!... ah, quell'epoca mi pare tutto un sogno d'orrore. Mille volte ho ringraziato Iddio che Lillia — la mia piccola Lillia — non era più con me.
[159]
Il cielo — pietoso! — non ha voluto che giungesse viva alle linee nemiche.
tornando al suo pensiero
Ma parlami di Giorgio...
ANNA
interrompendola
E come hai potuto salvarti?
LADY MARY
Un'infermiera ha avuto pietà di me; m'ha aiutata a fuggire, a raggiungere la frontiera. Ma quante sofferenze ancora, prima di tornare in patria!
amaramente
E qui, qui trovo il paese in festa...
stendendo il braccio verso la porta
per lui! Lui ha mandato al nemico le sue donne — e lo festeggiano! Lui ha mandato alla morte sua figlia — e lo applaudono!
con uno scatto convulso
[160]
Parlami di mio figlio!
ANNA
Giorgio tra poco verrà qui...
si arresta trepidante.
LADY MARY
Lo so. E so che è stato ferito.
ANNA
Ah! tu sai...!
LADY MARY
Sì. Me l'ha detto la moglie del custode. Povera donna, piangeva tanto. Aveva paura di darmi questo nuovo dolore...
ANNA
Ma che cosa ti ha detto?
LADY MARY
Che Giorgio era ferito, lievemente, a un occhio. È così?
Anna china il capo.
... ma che oggi lasciava l'ospedale.
[161]
rasserenandosi un poco
Vuol dire che è guarito, vero? poichè lo lasciano tornare a casa...
chinandosi verso Anna
Anna, cos'hai? Perchè tremi così?
Anna si copre il viso con le mani.
Dimmi cos'hai! Pensi alle nostre tristezze?
ANNA
alzando il viso angosciato
Sì.
LADY MARY
Pensi... a Giorgio? Quella donna m'ha detto che andavi tutti i giorni a trovarlo all'ospedale.
con soavità
È vero?
alzandole il viso per guardarla meglio negli occhi
Pensi... molto... a Giorgio, tu?
[162]
ANNA
cadendole ai piedi e celandole il volto in grembo
Sì.
LADY MARY
accarezzandole i capelli
Oh!... piccola Anna!... buona Anna! Come passa il tempo. Ieri eri bambina, oggi... sei innamorata. E dimmi — lui?...
ANNA
scoppiando in lagrime
Non so!
LADY MARY
Perchè piangi?
Un silenzio.
«Il destino della donna è il pianto...» Chi diceva così?... Forse ero io. Lo dicevo tanto tempo fa, quando per me non era vero; lo dicevo senza crederlo... cioè, lo credevo — ma per le altre donne, non per me.
sorridendo amaramente
[163]
È facile, quando si è felici, enunciare di quelle sentenze.
tornando con uno sforzo al presente
Dunque Anna, dimmi: quanti anni hai?
ANNA
Diciannove.
LADY MARY
È vero. L'età di Lillia. Anche Lillia, oggi, se fosse qui, comincerebbe a sognare l'amore...
Un silenzio.
L'amore. Ed io — io non sogno che l'odio. Non ho più di vivo in me che la forza di odiare.
ANNA
Ah, non dir questo.
LADY MARY
Anna, sai tu qual'è il più grande dolore per un cuore umano? Quello di dover odiare ciò che si è amato.
[164]
ANNA
Ah, zia Mary! Un giorno perdonerai...
LADY MARY
Mai! Non parlare di perdono.
ANNA
Ma quando... egli arriva, ora, con Giorgio...
LADY MARY
Quando avrò abbracciato mio figlio — ripartirò.
ANNA
Ripartire! Ah, no! Tu non puoi lasciare Giorgio.
LADY MARY
Giorgio non ha bisogno di me. Resterà con suo padre.
ANNA
avvicinandosi a lei con intensità tragica
Tu — non puoi — lasciare Giorgio!
[165]
LADY MARY
Giorgio dovrà scegliere tra me e suo padre. Io qui non resto, se vi resta quell'uomo.
ANNA
sempre più intensa e veemente
Nè tu, nè lui, potete lasciare Giorgio.
LADY MARY
prendendola per la spalla
Ma come parli? Sembri forsennata —
Anna, smarrita, ha rivolto gli occhi alla porta. Sulla soglia è apparso il Comandante.
IL COMANDANTE
Mary!...
Lady Mary lo fissa con occhi di gelo.
Sulla soglia è apparsa anche Edith, che fa cenno ad Anna.
Anna esce rapida dalla veranda.
IL COMANDANTE
Non mi saluti?... Non mi parli?
[166]
LADY MARY
Lo fissa in volto, gelida e statuaria.
A mio figlio parlerò.
IL COMANDANTE
E a me... a me... non hai nulla da dire?
LADY MARY
Nulla.
Un silenzio.
IL COMANDANTE
Mary; comprendo ciò che hai nell'anima; so quanto devi aver sofferto. Ma, se posso ancora rivolgerti una preghiera, ascolta! Quando parlerai ora con tuo figlio, scorda il rancore che hai contro di me; pensa a lui...
con dolore
a lui solo; a lui che ha sofferto e soffre più che tu non...
LADY MARY
interrompendolo febbrile
Giorgio — è qui?
[167]
IL COMANDANTE
Sì.
LADY MARY
tremante
Voglio vederlo, io sola. Voglio parlargli io sola.
IL COMANDANTE
profondamente scosso
Credimi; è meglio ch'io sia con te.
LADY MARY
fiera
Sola voglio essere con mio figlio. Sola!
IL COMANDANTE
Sia. — Ma prima che tu lo veda...
LADY MARY
Lasciami...
IL COMANDANTE
cercando di trattenerla
Mary, abbi pietà di te stessa... e di lui.
[168]
LADY MARY
con un breve riso beffardo
Sei tu, tu, che parli di pietà?
scorgendo Giorgio
Ah, Giorgio!
Giorgio è apparso sulla soglia, Anna gli sta a fianco. Egli è pallido e titubante. Porta gli occhiali neri.
GIORGIO
Mamma!
Apre le braccia e la madre gli si abbandona sul petto.
Anna, dopo uno sguardo al Comandante, si avvicina a loro, e sorreggendo Lady Mary, la trae dolcemente avanti.
IL COMANDANTE
vicino a Giorgio, gli parla rapido a bassa voce.
Giorgio! Essa non sa la tua sventura.
GIORGIO
stupito
Non sa...!
[169]
IL COMANDANTE
Comprenderai... più tardi... perchè non è stato possibile dirglielo.
GIORGIO
con serenità
Io — glielo dirò. Lasciami con lei.
Il Comandante lo conduce avanti vicino alla madre.
Indi il Comandante ed Anna escono.
LADY MARY
Giorgio! Figlio mio! figlio mio!
abbracciandolo
Dimmi, dimmi...
lo trae innanzi
come stai, diletto mio? Quell'occhio — l'occhio ferito — come sta? Ti fa male ancora?
GIORGIO
No. Non mi fa più male. — Mamma!...
le siede accanto.
Mamma, sei qui!...
[170]
Che gioia ritrovarti! Se tu sapessi le strane paure che ho avuto. Non so... papà e Anna sono stati così misteriosi, così muti! Ogni volta che chiedevo di te e di Lillia, non rispondevano, o rispondevano sconnessi... Non sapevo più cosa pensare.
con affettuoso rimprovero
Tanto più che non siete mai venute a trovarmi. Quattro mesi all'ospedale e non una visita nè da mia madre ne da mia sorella!
LADY MARY
con un singhiozzo
Giorgio!
GIORGIO
Sei stata ammalata, lo so!
affettuoso e gaio
Ora penserò io a farti guarire. Ma Lillia — almeno Lillia poteva venire...
LADY MARY
con voce tremante
Giorgio!... Che cosa sai? Che cosa sai di ciò che è accaduto? Che cosa sai — di noi?
[171]
GIORGIO
Nulla. — Mamma cara... io sono... al buio di tutto.
le prende la mano e parla con grande lentezza
Sono — completamente — al buio.
LADY MARY
trasalendo
Come?!
ansando
Come dici... come dici quella frase! Giorgio!!!
con un urlo
Ah! Giorgio...
senza voce
Ho paura!
GIORGIO
calmo
Non aver paura. Io — non ne ho.
LADY MARY
con gesti piccoli, smaniosi, recando la mano alla bocca, poi [172] togliendola; chiudendo e riaprendo i pugni
M'hanno detto... che eri ferito... leggermente all'occhio...
ansante; con crescente terrore
m'hanno detto — che guarivi —
GIORGIO
Difatti. Lo vedi; sono guarito.
LADY MARY
fissandolo
Giorgio! di'... che sono pazza! di'... che non è vero!... che non è vero!
Giorgio resta immobile, statuario.
Giorgio!!... guarda la tua mamma!
Di' che la vedi! Di' che la vedi! Ah, Dio, Dio, Dio!...
si abbatte per terra.
GIORGIO
chinandosi a sollevarla
Alzati, mamma. Non piangere. Vedi, se tu [173] avessi potuto venire a trovarmi, ti saresti abituata all'idea... a poco a poco... come mi sono abituato io...
LADY MARY
Ma io non lo credo... ma tu fai per farmi impazzire! Sarà un'altra iniquità
si mette le mani nei capelli
di quel mostro, di quell'assassino...
GIORGIO
scattando
Ma cosa dici? Ma di chi parli?
LADY MARY
Lui, lui t'avrà detto di fingere questo... per dilaniarmi ancora, per straziarmi ancora...
GIORGIO
Ma sei pazza? Ma — mamma! Povera mamma!... Tu sragioni...
LADY MARY
Ah, Giorgio, Giorgio!... i tuoi occhi adorati!
[174]
con voce quasi spenta
Voglio vedere i tuoi occhi!...
GIORGIO
pietoso
No... no... lascia stare...
LADY MARY
fuori di sè
Voglio vedere i tuoi occhi!...
GIORGIO
dopo un istante d'esitazione si toglie gli occhiali ed alza il viso.
Un silenzio.
Ebbene?... Mamma! Perchè non parli? Sono...
con uno sforzo dominando il suo strazio
sono così terribili a vedersi?
LADY MARY
scoppiando in pianto
Ah, figlio mio! figlio mio!
[175]
piange stringendosi al petto il capo del figliolo. Poi ritta, alzando il braccio in un gesto immensamente tragico e solenne
Ah Iddio! Iddio! Voi ci siete! Voi udite la voce delle madri! Maledite — maledite i rèi che scatenano le guerre! maledite chi spezza i nostri cuori!... Maledite, maledite chi è colpa che questi occhi siano spenti!...
Un silenzio.
GIORGIO
Càlmati, mamma. Senti... senti... siedi vicina a me. Tu non devi disperarti così. Vedi pure che io non mi dispero. Non è così spaventoso come credi, questo mio stato. Dopo le prime ore, dopo i primi giorni —
abbassando la voce
dopo... le prime notti... di disperazione... ci si rassegna, vedi; ci si abitua. Non si tenta più pazzamente, disperatamente di aprire gli occhi!... Non si sente più che si darebbe dieci anni di vita per un attimo [176] di luce! non si lotta più per cacciar via, per strappare le tenebre — le mostruose tenebre! — che ci avviluppano la testa come un groviglio di veli neri... No! no!
con voce più calma
Tutto cambia. La vita diventa un'altra cosa. Si vive... come in un altro mondo, un mondo oscuro, fresco, profondo...
Come dirti?... si vive come sotto un'acqua nera, calma, profonda...
con dolcezza
Mamma, chiudi gli occhi! chiudili!... Voglio che tu ti calmi. Voglio che tu comprenda —
Un silenzio.
Li hai chiusi?
LADY MARY
con voce di pianto
No.
GIORGIO
Obbedisci. Fàllo per farmi piacere!
[177]
Stende la mano e copre gli occhi di sua madre.
Ecco!
solenne e lento
Scendi nel buio con me.
Il teatro si oscura completamente e tutta la scena seguente ha luogo nel buio.
Vedi, come tutto si acquieta? Come tutto è profondo, e grave, e riposante?
T'accorgi come si ascolta meglio ogni suono?... Io odo battere il tuo cuore!...
Una pausa.
E come si sente meglio il silenzio!...
A noi che vaghiamo in questo mondo buio, non giungono, mamma, che voci basse e dolci. Le ire, le collere, le grida d'odio e di rancore... nulla di questo arriva a noi. Lassù dove siete voi, alla superficie della vita, vi sono le febbri, le grida, le voci stridenti; e la fretta, e le fatiche e l'ansia... Qui, nulla. Intorno a noi le ire si placano, i rancori dileguano, gli sdegni si spengono...
Ecco, io sento la tua mano che mi tocca la [178] faccia, con gesto così dolce... come s'io fossi ancora bambino. — Li hai chiusi ancora gli occhi?
LADY MARY
Sì.
GIORGIO
Qui, poi, non si vedono invecchiare quelli che si amano. Tu, mamma, per me resterai sempre come ti ho veduta il giorno della partenza. Eri bella. Piangevano i tuoi occhi, e la tua bocca sorrideva per farmi coraggio. Ed avevi alzata la mano per benedirmi. Così ti vedrò sempre, finchè vivo — bella, giovane, in quel gesto di benedizione.
LADY MARY
Giorgio, diletto mio!...
GIORGIO
Vedi! Vedi come sei calma adesso? Nella luce non saresti così calma. E invece adesso hai, come me, un senso di grande pace nell'anima. Non è vero?
[179]
Ricordati, ricordati quando sei agitata e inquieta, quando mille pensieri ti assillano, quando hai l'anima torturata — vieni accanto al figlio tuo, e chiudi gli occhi... Così.
Un silenzio.
Riapri gli occhi, mamma.
La luce risfolgora, nell'attimo stesso in cui Lady Mary si toglie la mano dagli occhi.
Essa ha appoggiato il capo all'omero di Giorgio.
Il suo volto è triste ma calmo.
Sulla soglia, in fondo, appare il Comandante, e si ferma.
GIORGIO
C'è qualcuno.
LADY MARY
Non c'è nessuno, amor mio.
GIORGIO
Sì, sì. C'è qualcuno. Qualcuno è qui, dietro a noi —
LADY MARY
si volge, scorge il Comandante e balza in piedi, indietreggiando.
[180]
GIORGIO
ridendo
E ti dirò anche chi è! — È papà.
va verso la porta e tende la mano a toccare suo padre.
Vieni, vieni, papà!
gli prende il braccio e lo trae innanzi.
La mamma è stata così forte, così buona, così coraggiosa! Vedi, neppure piange più! È vero che non piange? Io sento...
si volge dall'una all'altra delle due figure tragiche.
sento che vi guardate quasi con un sorriso... Un sorriso tremulo forse, un sorriso ancora vicino ai pianto... ma tanto dolce!... Va, papà; confortala!
Il Comandante muove di qualche passo più vicino a Lady Mary.
Indi i due stanno immobili.
Lady Mary ha il volto d'una Erinni — dura, terribile, come tagliata nella roccia.
Mamma, se tu sapessi che infermiere è [181] stato per me quest'uomo! Un angelo — ma un angelo terribile, sai! Un angelo con la spada fiammeggiante, per impedirmi questo, per vietarmi quello. «Silenzio!» mi diceva sempre. «Il dottore non vuole che si parli! Silenzio! non farmi delle domande. Il dottore mi vieta di rispondere!... Non parlare con nessuno!... Non pensare a nulla fuorchè a guarire!...»
IL COMANDANTE
con uno sforzo per parere gaio
E difatti, sei guarito presto.
GIORGIO
Sì: sto benissimo. E sono beato d'essere qui, lontano dall'ospedale. Ah...
rivolto al giardino
com'è dolce la primavera!... come si sente l'aprile!
Adesso andremo in giardino.
alla madre che sta per prendergli il braccio
[182]
Ah no! Non così. Voi due, a braccetto, davanti a me. Vi farò vedere come mi guida la memoria!... e il suono dei vostri passi.
volgendosi subitaneo a Lady Mary
Ma prima, mamma, chiama Lillia. Voglio ved... —
correggendosi
— voglio abbracciarla.
IL COMANDANTE
tremante
Giorgio...
GIORGIO
Dunque — Lillia!
Un silenzio.
Dov'è? Cosa fa? Perchè non è qui?
il Comandante si accascia col volto tra le mani.
Mamma, rispondi!
colpito dall'inspiegabile silenzio
[183]
Avete forse paura che s'impressioni troppo? Via... io conosco Lillia... È coraggiosa più di noi.
Ancora silenzio.
Perchè non parlate?
subitamente inquieto, in tono secco
Lillia, dov'è?
LADY MARY
con un gesto di forsennata tende il braccio verso il Comandante, imponendogli di parlare. Questi, seduto accanto al tavolo, cade in avanti, celando il volto sul braccio.
GIORGIO
incalzante
Mi rispondete?
LADY MARY
con voce spenta
Tuo padre — ti dirà —
[184]
GIORGIO
Papà!... Rispondi!
Altro silenzio.
E in questo silenzio l'implacato rancore rinasce e fiammeggia nel cuore di Lady Mary.
LADY MARY
Quando il silenzio diventa insopportabile parla con voce aspra e rauca
Egli non ti risponde, perchè... non lo sa!
GIORGIO
indietreggiando di un passo e stringendo con mano convulsa la spalliera d'una seggiola
Non — lo — sa!?
LADY MARY
No! Non lo sa! Lillia è sparita... Lillia è perduta.., Lillia si è dileguata nella notte...
GIORGIO
dopo un istante, con voce che vuol essere calma
[185]
Padre mio!... è vero? Ogni tanto la mamma delira... Tu devi dirmi...
ansando
mia sorella dov'è?
LADY MARY
Sì! deve dirtelo! Lui!... lui deve dirtelo! Ah, tu sei chiuso da quattro mesi all'ospedale, tu, nel buio, non sai niente — ebbene, adesso saprai... saprai che cos'è tuo padre!
vicina a Giorgio, afferrandogli il braccio
Giorgio, Giorgio, quello non è un padre, quello non è un uomo! Quello è una tigre, quello è una belva — peggio! peggio d'una belva, perchè le belve i loro piccoli li nutrono... li difendono... e quest'uomo non ha voluto nutrire, non ha voluto difendere la sua creatura! No!
L'ha cacciata fuori, fuori nella notte — ci ha cacciate fuori entrambe, lei e me — per quel tozzo di pane che potevamo mangiare... per poterlo dare invece ai suoi soldati!
[186]
GIORGIO
Ma, cosa dici... cosa dici?
LADY MARY
Poteva trattenerci... nasconderci nella casa... nessuno l'avrebbe saputo! No! Fuori nella notte ci ha cacciate, come cani, famelici e randagi... Fuori nella neve, ci ha cacciate davanti ai suoi soldati, con gli altri derelitti, con gli altri affamati. Abbiamo vagato tutta la notte, urlando, piangendo, incespicando nel buio su quella pianura desolata...
GIORGIO
Papà — che cosa dice questa sventurata?
indietreggia, avvicinandosi un poco più a suo padre
Perchè non la fai tacere?
LADY MARY
parla come in un delirio.
Lillia era vicina a me, aggrappata a me... ogni due o tre passi incespicava e cadeva. E intorno a noi erano gli altri... i vecchi... i bambini... [187] le donne con le loro creature in braccio... E tutti ululavano nel buio, come povere bestie ferite. E ogni tanto il riflettore del nemico passava su noi... si fermava su noi acciecandoci!
A un tratto Lillia — è caduta; caduta nella neve. Volevo fermarmi! Ma gli altri mi spingevano, mi cacciavano avanti, gridando e gemendo... Io mi battevo con loro; e graffiando, mordendo, strillando mi son fatta largo... sono tornata indietro, gridando «Lillia... Lillia!...»
Un gemito mi risponde... due mani si aggrappano a me. Mi chino... l'afferro, la trascino avanti!
E comincia a nevicare; il vento gelido ci turbina intorno... E dalle linee nemiche cominciano a tirare su noi! Allora me la carico sulle spalle, e sento che per lo sforzo le vene mi scoppiano, il cuore mi si spacca... Ma avanti! La trascino avanti!... con la gioia d'averla salvata, col delirio di sentirla viva, viva!... e accanto a me...
A un tratto un fascio di luce ci investe. Tutti [188] i riflettori si concentrano su noi. Affranta, m'abbatto sulla neve...
E quella ch'io porto, cade... svenuta, ai miei piedi.
con un urlo disperato
Non era Lillia!!
Lungo silenzio.
Poi, con altra voce
Lillia è rimasta... là... nella pianura... La neve l'avrà ricoperta... e nascosta!
GIORGIO
smarrito stendendo la mano a cercare suo padre
Padre mio!...
LADY MARY
Questo, lui ha fatto... per non darci da mangiare... Questo, lui ha fatto...
con una risata d'ironia selvaggia.
per salvare la guarnigione —
GIORGIO
drizzandosi attento
Ah?
[189]
LADY MARY
Per non arrendersi —
GIORGIO
teso in avanti, comprendendo
Ah?!
LADY MARY
Perchè dovevano arrivare i trasporti —
GIORGIO
senza respiro
Sì...
LADY MARY
Allora....
con feroce scherno
per quelle parole, quelle vane, inique parole che dite voialtri uomini —
gridando con frenesia
per «l'onore...» per «la patria...»
GIORGIO
con uno scoppio di voce
Ah!!
[190]
LADY MARY
proseguendo forsennata
Per quelle parole che hanno fatto di lui non più un uomo, ma un nefando, uno spietato strumento di guerra...
IL COMANDANTE
rizzandosi, fremente e piangente
Il mio dovere ho fatto — il mio dovere!
LADY MARY
Il tuo dovere?
rivolgendosi al figlio
Ah Giorgio! Tu, tu che con quei chiusi occhi vedi forse più chiaro di noi — dillo! dillo se il primo dovere di un uomo non è verso le sue creature? Verso le sue donne... verso i suoi figli, sangue del suo sangue! Dillo!... dillo!... Non è quello il primo dovere di un uomo?
GIORGIO
con forte voce
No!
[191]
LADY MARY
colpita
Ah...
GIORGIO
Ieri forse era così. Domani forse sarà così ancora. Oggi — no.
con impeto sublime
Oggi, il primo dovere di un soldato —
si arresta, soffocato dalla commozione, quasi fosse troppo sacra la parola che sta per pronunciare.
Indi, afferrando il braccio di sua madre
Mamma!... — Inginocchiati!
Vinta, Lady Mary cade piangendo ai piedi del Comandante.
FINE DEL DRAMMA
[192]
Finito di stampare
il 30 aprile 1926
negli Stab. Tip. Lit. Edit.
A. MONDADORI
VERONA
OPERE DELL'AUTRICE
ROMANZI
NOVELLE
POESIA
VIAGGI
TEATRO
Nota del Trascrittore
Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.